sabato 30 giugno 2007

VIA IL WRESTLING DALL'ITALIA (UNO)


A propòs di Wrestling. Mediaset ha deciso di cancellarlo dal palinsesto di Italia Uno, dopo il triplo omicidio-suicidio di Chris Benoit, meglio noto come Lo strangolatore. C'è il rischio che non si riesca a distinguere tra realtà e finzione, hanno detto a Milano. Alla buon'ora. Speriamo che cotanta prontezza colga pure le menti illuminatissime di Sky.

venerdì 29 giugno 2007

BRUCIA, PARIS, BRUCIA


Un'anchor woman della Msnbc, Mika Brzezinski, si è rifiutata di leggere una notizia su Paris Hilton durante il suo telegiornale. Ha tentato di bruciare il foglio, si è arrabbiata, ha commentato la scelta di metter quella notizia nel copione: "Io odio questa notizia e penso che il nostro telegiornale non dovrebbe cominciare così. Io non credo affatto nella copertura di questa notizia, non si può iniziare un telegiornale così, soprattutto quando ci sono stati altri eventi come quelli di oggi".
Cosa ricaviamo da quest'esperienza?
Sappiamo che Mika Brzezinski non è stata licenziata.
Intuiamo che quel che ha fatto, sarà oggetto di dibattito, negli Stati Uniti.
Siamo certi che in Italia troveremo il modo di dimenticare in fretta il suo gesto, e da qui all'oblio, di ridicolizzarlo.
Mika è figlia di Zbigniew, consigliere per la sicurezza nazionale di Jimmy Carter, democratico di ferro.
Il nonno, Tadeusz, fu un patriota e un diplomatico polacco, e si adoperò per il soccorso di migliaia di ebrei, perseguitati dal nazismo.

ADDABBANNA, IN CILE



Olivia Sellerio e Pietro Leveratto, dopo Accabbanna, hanno inciso un nuovo disco, sempre per Egea Records: Violeta.
Undici canzoni di una grande artista cilena, Violeta Parra, che fu musicista, poetessa, pittrice, scultrice, e della quale si celebra, quest’anno, il quarantesimo anniversario della morte.
Violeta sarà in vendita in autunno, ma già in queste settimane le undici canzoni, a cominciare da Gracias a la vida, vengono eseguite in una tournée italiana.
Con Olivia (voce) e Pietro (contrabbasso e arrangiamenti), suonano Gabriele Mirabassi (clarinetto), Marco Moro (flauto, flauto basso, ottavino), Luciano Titi (fisarmonica), Stefano Cabrera (violoncello), Jarrod Cagwin (tamburi a cornice e percussioni).

giovedì 28 giugno 2007

EGOISTI E ILLUMINATI


Nel suo discorso di candidatura alla guida del Partito Democratico, al Lingotto, Walter Veltroni ha citato una frase di Vittorio Foa, lucidissimo quasi centenario esponente del socialismo italiano.
A destra - sintetizzo - sta chi pensa egoisticamente a sé; a sinistra, chi si preoccupa delle generazioni future.
La citazione riguardava le pensioni, lo Stato sociale, l'economia.
Ma poteva tranquillamente essere utilizzata, questa frase, per l'Ambiente, per i cambiamenti climatici.
Due piccole osservazioni.
Se davvero questo fosse il criterio ri-ordinatore degli schieramenti politici, delle identità alle quali essi devono riferirsi, che ne sarebbe di altri criteri otto-novecenteschi? Progresso e Conservazione, anzitutto. Sviluppo economico e Arretratezza.
Il binomio Progresso e Sviluppo Economico - sia nell'emisfero capitalista sia in quello comunista, beninteso - ha determinato effetti nefasti sul Pianeta.
Serve altro.
La frase di Vittorio Foa è buona è giusta. Sinistra e destra sono però termini di comodo. La differenza è tra egoisti ed altruisti. Tra ciechi e illuminati. Che ci si divida su queste questioni è necessario. Ma occorre partire dal futuro. Non da categorie vecchie ed inservibili.
Seconda considerazione.
Prima di Vittorio Foa, qualcun altro ha detto la stessa cosa, in termini più efficaci.
Ama il Prossimo tuo come te stesso.
Prossimo non solo in riferimento al luogo in cui viviamo: colui che sta vicino a me, e soffre, e abbisogna del mio aiuto.
Prossimo anche in riferimento al tempo che viviamo: colui che verrà dopo di me.
Se qualcosa del passato dobbiamo portare nel futuro, credo sia questo messaggio.

mercoledì 27 giugno 2007

E SE DEFICIENTE FOSSE UN INSEGNANTE?


Ora che il Giudice per l'Udienza Preliminare ha giustamente assolto - "Perché il fatto non sussiste" - l'Insegnante di Palermo che aveva fatto scrivere per 100 volte ad un alunno "Sono deficiente" (il bravo bambino aveva dato del gay ad un compagno, impedendogli di andare in bagno), rischiamo un doppio effetto imitativo: sulla stessa scia, da parte di Insegnanti meno dotate di quel meraviglioso senso reazionario della pena; o, a contrario, da parte di alunni stufi delle lacune professorali, che potrebbero invocare un'inedita par condicio e chiedere ai loro Insegnanti di ricopiar due o tre volte, non di più, quella frasetta: "Sono deficiente".

STRANGLER IN THE NIGHT


Mio figlio ama molto il Wrestling. Molti bambini della sua età lo amano. Ne parlano, in classe, e si scambiano le figurine dei loro eroi.
Io e Maria, mia moglie, abbiamo prima provato a dissuaderlo dal seguire quelle lotte indecenti in tv, e dopo un divieto inefficace, abbiamo raggiunto con lui un accordo - al Wrestling può dedicare non più di dieci minuti al giorno - fondato sul riconoscimento che è tutto falso: che la violenza è così esagerata, che se fosse vera per metà, morirebbero tutti quanti, quei tizi sul ring, al primo assalto.
Ora che un wrestler canadese, Chris Benoit, noto per le sue "false" tecniche di strangolamento, ha ucciso moglie e figlio e si è tolto la vita, dovremo modificare quell'accordo?

martedì 26 giugno 2007

BELLAVISTA JAZZ


Avvocato e jazzista, Dr Jekill e Mr Hyde: serissimo nelle arringhe, ispirato negli assoli. Mario Bellavista, 38 anni, rampollo di una famiglia votata al Diritto, ha inclinato verso la musica sin dalle elementari: il Conservatorio, da esterno, e poi, il classico cursus honorum di un enfant prodige del Palazzo di Giustizia. I primi successi, e i primi applausi, da un pubblico vero, in due tournée con Gianni Gebbia. Gli esami da praticante legale non gli impediscono di frequentare i seminari di Siena Jazz e Umbria Jazz. Tante cause vinte e due partecipazioni a due cd, con Mimmo Cafiero e Musica Insieme. Ora, un cd tutto suo. Dieci pezzi dai nomi tutti da interpretare: uno, Filing, è un gioco, ovviamente, e una citazione: di Filicudi, l'Isola che ha eletto a suo buen retiro da qualche anno. Con lui, hanno suonato Mimmo Cafiero, Marc Abrams e Giampaolo Casati. L'etichetta è Caligola. Gran piacere d'ascolto. Gran talento. Bravo Mario.

Mario Bellavista, 4 friends, Caligola

UNA TRANQUILLA SUDATA


E' sempre meglio di una sudata nervosa, risentita: espelle un gran numero di tossine, abbassa la pressione di quel tanto che favorisce una buona siesta, rallenta il ritmo delle nostre folli vite.
L'Enel avrà pure le sue colpe, ma provate a pensarci per un attimo, prima di cliccare sul telecomando del condizionatore d'aria: i duemila watt d'ogni "split" sono pari al fabbisogno medio di una famiglia.
E se clicchiamo tutti insieme, il sistema va in tilt.
Sapevamo tutti che il Black Out ci sarebbe stato, a Palermo, con una temperatura annunciata di 40 gradi ed oltre.
Sapevamo che il suddetto Black Out avrebbe potuto creare dei rischi: agli anziani ed agli ammalati, che di fresco hanno più bisogno, nelle case, negli ospizi, negli ospedali.
Dovremmo sapere ben altro.
Che ci si può sacrificare, di tanto in tanto: una sudata non fa male; al condizionatore, possiamo sostituire una ventola da tetto, un ventilatore, un semplice deumidificatore (consumano meno e fanno meno danni, a noi e al prossimo, oltre che alle nostre tasche); possiamo far ricorso ai metodi dei nonni: finestre o persiane socchiuse e poltroncina accanto al filo d'aria che rinfresca (una volta c'era la "stanza dello scirocco", al centro della casa e di un intelligente rete di socchiudimenti).
E poi, a proposito di condizionatori, non vi fanno un po' schifo quegli affari quadrati sull'esterno dei palazzi?

venerdì 22 giugno 2007

L'ANNOZERO DELL'AMBIENTE


Su Annozero, ieri sera, Francesco Rutelli ha detto una cosa importante: investire nel risanamento ambientale conviene; a tutti quanti, ovviamente, ed agli imprenditori.
Jacopo Fo, quasi a fargli eco (pure se, ne sono convinto, ciò era lontanissimo dalle sue intenzioni), raccontava di numerosi positivi esperimenti di risparmio ambientale: le luci delle città, a Padova, sono state sostituite con altre a basso consumo, con gran vantaggio delle tasche dei cittadini e dell'aria che gli anzidetti respirano.
Se ne ricava, dalla trasmissione di ieri (e a ben guardare, da quel po' di dibattito che si fa sull'argomento: pochissimo, ancora), che la priorità Ambiente è in grado di destrutturare le vecchie categorie della politica, e di mobilitare intelligenze le più disparate, in nome di una nuova idea, di un nuovo ideale.
L'ambientalismo non è più una categoria.
Non può essere un solo partito.

martedì 19 giugno 2007

GUAI AD AFFERMARE UN PRINCIPIO


Incarcera Erich Priebke, cinquant'anni dopo il martirio delle Fosse Ardeatine.
Processalo, lentamente.
Scarceralo, sessant'anni dopo le fucilazioni e le bombe.
E in ventiquattr'ore, dopo un tornado di polemiche, lo schiaffi nuovamente agli arresti.
Per un cavillo: "Non ha comunicato i suoi spostamenti".
In Italia, guai ad affermare un principio, o a contraddirlo.

lunedì 18 giugno 2007

LA VENDETTA E' DELLO STATO



E' uno dei responsabili della strage nazista delle Fosse Ardeatine.
Indossava la divisa delle SS. La sua carriera, favorita da Heinrich Himmler, si chiuse con le mostrine da capitano.
Erich Priebke è libero, nonostante la condanna.
Ha 93 anni, e non si è mai pentito di quel che ha fatto.
Dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza, che gli ha concesso di lasciare gli arresti, gli ebrei di Roma hanno protestato, e il Comune di Roma ha illuminato il Colosseo.
Recita il terzo comma dell'Articolo 27 della nostra Costituzione: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
E dunque.
Vogliamo rieducare un nazista di 93 anni?
O tenerlo agli arresti, a 93 anni, stante la sua indisponibilità alla rieducazione?
Mi chiedo se non sia tempo di riformulare quel comma.
Basterebbe una piccola aggiunta, in coda: o al risarcimento di un crimine.
Se il monopolio della violenza è dello Stato, sua è anche la facoltà della Vendetta.

QUATTORDICI CORPI


Il primo giugno avevo scritto su questo Blog del ritrovamento di 21 corpi al largo di Malta. Ci risiamo. Ne hanno trovati altri 14, dalle parti di Lampedusa. Migranti. Clandestini. Chiamarli in un modo o nell'altro, cambia poco. Ci sono più morti, fra di loro, che in tutte le nostre guerre di mafia. Sono caduti nel deserto, recandosi in Libia, e in mare, assetati, affamati, costretti in un gommone, in una carretta, scrutando l'orizzonte in cerca di una motovedetta, di un peschereccio con la bandiera italiana.

GODIAMOCI IL PASSATO


Trascorrerò qualche giorno, come ogni anno, nel lontano Oriente siciliano.
Le infinite coltivazioni, tra i confini tracciati a secco come la Grande Muraglia. I carrubbi e gli ulivi centenari. Le masserie. Le greggi al pascolo.
Andrò in automobile. Un po' di autostrada e poi su e giù per i declivi del nisseno, fra Butera, Riesi, Mazzarino: con tappa intermedia a Gela, dentro le invisibili nubi del Petrolchimico, e poi, lungo la costa, tra le plastiche esauste delle serre e le costruzioni incompiute.
Tre ore, all'incirca.
In treno, servirebbero fino a nove ore e un quarto. L'aeroporto di Comiso potrebbe servir da scalo ad un Charter da Palermo.
E' una delle due parti della Sicilia che preferisco, il Val di Noto, insieme alle Madonie: luoghi di arretratezza operosa.
Temo che prima o poi, anche per loro, s'accenderà l'interesse del turismo di massa: che le riserve naturali saranno prese d'assalto, che le piazze di Modica e di Scicli, di Petralia e di Gangi, saranno colorate di neon e assordate da comitive ciacolanti, clacson e motorini.
Il turismo è il futuro, dicono.
Dovremmo goderci tutto il passato che ci resta da vivere.

TRE NOIR "VERDI"


Dario Flaccovio Editore mi ha comunicato un appuntamento importante, per email. Lo giro a tutti voi.

Giovedì 21 giugno, ore 19.30, alla Biblioteca Comunale di Palermo "Casa Professa", si presenta l'antologia "Fotofinish"della collana "VerdeNero - racconti di Ecomafia" (Edizioni Ambiente) che contiene tre storie di Giacomo Cacciatore, Valentina Gebbia e Gery Palazzotto. Interviene Michele Vaccari di Edizioni Ambiente. Musiche dei That's All. Proiezione delle fotografie di Massimo Di Nonno dell'agenzia Prospekt. Seguirà un rinfresco.

Parte dei proventi sarà devoluta a Legambiente, a tutela degli animali maltrattati.
Tre autori siciliani per altrettante storie – tragiche, ironiche, commoventi – sul mondo dei cavalli e delle corse clandestine. Racconti di legami spezzati dal cinismo di chi sugli animali specula, di chi li maltratta, di chi li “usa” senza pietà. In una Sicilia realistica, Cacciatore, Palazzotto e Gebbia delineano un quadro malinconico e brutale di ciò che ruota intorno alle corse clandestine: le scommesse, le torture, l’illegalità, i diritti calpestati, la morte.

Il regalo, non richiesto, di un cavallo per la festa dei diciott’anni che nasconde un mistero; il furto di un purosangue ai danni di un disabile; il dilemma di un uomo che amava i cavalli e che ha perduto la passione. Su queste tracce gli autori scattano il loro raggelante “fotofinish” su un fenomeno che sfugge agli occhi dei più.

TRE UOMINI IN BANCA


Prima le intercettazioni, ora i verbali. In passato, anche gli SMS. Vizi in piazza. Di uomini e donne. Potenti e arrivati, o parvenu e ancora un po' volgarotti. Se non si trattasse di patteggiamenti ad altissimi livelli su banche e istituzioni, ci sarebbe anche da ridere.
Il commento più ragionevole è arrivato, come spesso accade, da Sergio Romano, sul Corriere della Sera.
Vero: si può ragionare sullo sputtanamento - mi perdoni, Romano: la mia è una sintesi un po' elastica - e sui limiti ai quali assoggettare le tentazioni sputtanatorie di questo o quello, ma non bisogna dimenticare che se gli sputtanati non le avessero dette, certe cose, allora...
Aggiungerei soltanto, e l'ambasciatore Romano mi perdoni, che ne è passato di tempo, da quando ci si è resi conto che la perfezione non è roba di questo mondo, e che proprio per questo, la giustizia parte dalla colpa per giungere al colpevole.
Il contrario - partire dal reo per giungere al reato - è il contrario della giustizia.
Intercetta qualcuno, per un anno.
Magari, non incorrerà nei rigori del Codice Penale.
Ma se pubblicassimo le sue telefonate con l'amichetta o con l'amichetto, i suoi commenti sul capo o il sottoposto, le pietose o miserabili conversazioni delle quali si può esser capaci?
Io ho una risposta. Ma preferisco limitarmi a porre la domanda.

domenica 17 giugno 2007

FINE DELLA BUONA VECCHIA INGHILTERRA


I club inglesi, tradizionalmente maschili, d'ora in poi dovranno ammettere, tra i loro soci, anche le donne; e chissà se la regola riguarderà anche i maggiordomi, e le maggiordonne. Tuttò ciò avrà inevitabilmente delle gravi ricadute sui costumi, sulla politica, e sulla letteratura. Delle prime, non discutiamo. Delle altre, invece, vorremmo.
Un grande leader inglese, Benjamin Disraeli, conservatore (prima fu un whig, e qui in Italia, la sua scelta gli sarebbe valsa la patente di saltafossi, o di voltagabbana), disse: "Ho sempre pensato che ogni donna dovrebbe sposarsi, contrariamente agli uomini".
Un altro tory, Sir Winston Leonard Spencer Churchill, figlio d'un cadetto del Duca di Marlborough, ne disse un paio, alla Common House, che a Montecitorio avrebbero tirato giù il Fregio di Giulio Aristide Sartorio.
Riporto i celeberrimi aneddoti nelle versioni di Wikipedia:

Al bar della Camera dei Comuni, la deputata Bessie Braddock lo apostrofò gelida: «Winston, sei ubriaco», lui si alzò e rispose: «Signora, lei è brutta. Ma io domani sarò sobrio».

Ma la sua vera nemica, dentro e fuori il Parlamento dove Churchill non riusciva a capire perché mai dovessero entrare le donne (e perché mai dovessero votare essendo non tanto inferiori, ma diverse) era Nancy Astor, prima donna deputato in G.B. Un giorno gli disse: «Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè». E Churchill rispose: «Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei».


Quanto alla Letteratura, ricordate Mycroft Holmes, il fratello più intelligente di Sherlock? Di ragguardevoli dimensioni, passava le sue giornate bene accomodato su di una poltrona, immagino una chester rosso fuoco, di un vecchio club, il Diogenes. E da lì, per la sua cultura universale, era in grado di fornire una risposta ad ogni quesito, su di un crimine o su di un complesso intrigo internazionale. La sua misoginìa era persino superiore a quello del fratello. Come avrebbe reagito all'annuncio che il governo, per il quale era solito lavorare, s'apprestava ad aprire le porte del suo Diogenes ad una donna? Una donna che avrebbe preferito una granatina ad un bordeaux, lamentandosi per il puzzo del suo Avana.

venerdì 15 giugno 2007

LA GUERRA DI GAZA


Un giornalista che a Gaza viveva da anni mi aveva messo sull'avviso: "Impossibile intervistare qualcuno di Hamas! Prova con qualcuno dell'ANP. Abu Mazen? Un intellettuale, un dissidente. Non conta nulla". Aveva scelto con chi stare. Con Arafat.
Mi misi subito a cercare un contatto con Hamas.
Quelli dell'ANP avevano appena arrestato due giornalisti della BBC, per averci provato.
Un giornalista di una piccolissima tv di Gaza mi ascoltò e mi disse che ci avrebbe provato. Ma i giorni passavano, e sembrava fosse davvero impossibile.
Un pomeriggio, di punto in bianco, fece segno a me e alla mia troupe di salire in fretta sulla sua auto.
Andammo al centro di Gaza. C'era una manifestazione in corso. Una manifestazione di Hamas. Uomini incappucciati. Armi. Bambini che urlavano slogan. Eravamo in pieno Ramadan.
Un vecchio, ai bordi della strada, attirò l'attenzione di uno degli armati. L'operatore che era con me stava fumando. Proibito, secondo il vecchio, che all'armato stava chiedendo di sparare. Per una sigaretta.
Prima che ce ne rendessimo conto, fummo chiusi in una sorta di falange di uomini e ragazzi. Ci spinsero da un lato. Percorremmo qualche centinaio di metri, senza vedere la strada. La falange si riaprì. Da un cancello, sulla destra, venne fuori un uomo alto, con la barba, intorno ai quarant'anni, vestito all'occidentale. Intorno a lui, una poderosa scorta di Kalashnikov.
Il giornalista di Gaza, buon musulmano, lo salutò ritualmente e fece le presentazioni. L'uomo era Ismail Haniyeh. Un dirigente di Hamas. Nel giro di qualche anno, sarebbe diventato il capo del Movimento, e il Capo del Governo dell'Autorità Palestinese.
Parlammo di Israele - che Haniyeh nemmeno nominava: l'Entità, diceva - e della Pace da raggiungere (a prezzo di un ritiro integrale dell'Entità dalla Palestina); della corruzione dell'ANP, di Al Fatah; dei bisogni della gente, dell'arretratezza di Gaza.
Fu molto gentile.
Gaza era priva di strade, di acqua. Quel giornalista, che ad Hamas era molto vicino, mi aveva raccontato della corruzione politica e amministrativa, delle tangenti, dello spreco del denaro americano ed europeo. E delle sciocche decisioni di Israele: sul lavoro, ad esempio, o sull'acqua da destinare ai territori.
Mi raccontò pure di quella strana forma di volontariato che gli aderenti di Hamas svolgevano: metà a sostegno dei più poveri (mense, insegnamento, ricoveri), metà armato (un esercito, embrione di quell'esercito che oggi controlla Gaza).
Di contraddizioni era pieno anche Israele.
Il capo del governo era allora Benjamin Nethanyau. Yitzhak Rabin era stato ucciso da un estremista religioso. Sere prima di Haniyeh, avevo intervistato dei ragazzini in un bar del centro di Gerusalemme. Uno di loro aveva detto: "Ci ammazzeranno tutti". I suoi amici avevano replicato con argomenti pieni di speranza. Meno di un anno dopo, quel bar esplose insieme ad un kamikaze palestinese.
Il quartiere ortodosso era off limits durante lo shabbath. Lo sfiorammo appena, e ci prendemmo la nostra razione di pietrate. Lapidati.
A Palermo, tornai con la convinzione che vi fosse un intreccio di questioni, per noi quasi incomprensibile. E che quel che avevo visto, potesse degenerare in uno scontro terribile.
Ora che a Gaza è guerra civile, che Ismail Haniyeh è stato destituito da Abu Mazen, ripenso a quei giorni, e a quei ragazzini, visti a Gaza e a Gerusalemme. Sono uomini oramai, pronti a spararsi addosso.

giovedì 14 giugno 2007

PUBBLICARE UN LIBRO E' QUASI MEGLIO CHE SCRIVERLO


Si può dire: non capisco nulla di editoria.
Non si può dire: adesso ho capito.
La sola cosa utile, il solo discrimine possibile tra il prima e il dopo, tra assenza e presenza, è lasciarsi attraversare dalla vista di qualche migliaio di libri freschi di stampa e accatastati in magazzino in attesa del distributore.
Quelle parole ripetute e umide d'inchiostro, stampate sulle pagine e avvolte dalla plastica dura degli imballaggi, si staccano dal pensiero che le ha partorite, e si preparano ad una vita adulta.
Ci sarebbe un altro paio di considerazioni.
I libri, dal punto di vista dell'editore, si sentono. Dietro gli occhi che li leggono, la cucina dell'editore s'illumina di rado. Quando accade, i cuochi e gli inservienti si precipitano al banco e alle pentole. Voglio dire che troppi calcoli - sul best seller possibile, da progettare a freddo - sono inutili.
E infine, bisogna conservare manualità, tatto, fiuto. Le case editrici che perdono il gene dell'Officina medievale, il piacere della lettura del manoscritto, il gusto della pubblicazione del libro minore, la passione per quello strano animale che è lo scrittore, hanno dimenticato che pubblicare un libro è quasi meglio che scriverlo.

LO SCOPRIRETE SOLO LEGGENDO


Oramai, carissimi, è come ricevere una Lettera da Vigata.
Ogni libro, ogni racconto, è una confidenza di quel narratore onnisciente che conta i passi e i pensieri di Salvo Montalbano (e le insonnie, ultimamente).
Quest'ultimo, poi, dà una mano ai miscredenti.
Trovandosi a discutere con un cretino, Montalbano glielo dice papale papale: "Sono il gemello dell'Ispettore Maigret".
Per il resto, spiacentissimi per Livia, non vedevamo l'ora che si concedesse, il Commissario, alle generosissime grazie di Ingrid. E se accadde o no, se ci si avvicinò tanto o macari, lo scoprirete solo leggendo La pista di sabbia.

CHE SPAVENTO. UNA METROPOLI!


Prendi una città che ha i suoi anni, le sue abitudini. Afferrala per la gola, e falle ingurgitare tutto il cemento che puoi, fino a farle mancare il fiato. Comincerà a sputare i suoi abitanti, spiaccicandoli al suolo. Capita l'antifona, in molti decideranno di cambiare intestini, e si trasferiranno altrove. Altri, invece, arriveranno, abituati come sono ad altre e più gravi costrizioni viscerali.
Palermo era una città semplice. Aveva il suo centro storico e poche dignitose diramazioni verso la Piana dei Colli. Tra gli anni Cinquanta e Settanta, con la premessa dei bombardamenti del '43, la Catastrofe ha cambiato tutto.
Ma è stato negli anni Novanta che abbiamo tirato le somme. Si sono definitivamente allentati dei legami sociali, quelli buoni e quelli cattivi. Palermo si è risvegliata diversa da quella che era.
Ora è finalmente possibile descriverla come una Metropoli.

martedì 12 giugno 2007

LA CASTA A PALERMO


Giovedì 14 giugno alle 16, nell'aula magna della Facoltà di Lettere, quei simpatici mattacchioni del Movimento per l'Abolizione dello Statuto Speciale Siciliano presenteranno il best seller di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, "La Casta" (Rizzoli).
Sarà presente Gianantonio Stella.
Mi piacerebbe esserci.
Ma sarò al lavoro.
Voi che potete, non perdetevi l'appuntamento.

PREDICATORI E PECCATORI


Strano paese, il nostro: di peccatori e predicatori; di coraggiosi (quasi sempre i peccatori) e di vigliacchi (quasi sempre i predicatori), come nella Lettera Scarlatta, che all'Italia assomiglia quanto i Promessi Sposi.
Quest'ultima tornata d'intercettazioni, rese pubbliche sull'onda di un grandioso Can Can d'ipocrisie, è il centesimo bis concesso a forza d'applausi dalla solita compagnia di giro.
Una compagnia che nel nostro paesino ha raccolto i successi che in qualunque altro le avrebbero negato.
Da queste e dalle altre recenti intercettazioni di rilievo, vien fuori il quadro di una società intera: piaciona, arruffona, sbruffona.
Quando ce ne stancheremo? Delle intercettazioni e degli intercettati, intendo: dei registi di questi tristissimi spettacoli e degli attori sul palco.

lunedì 11 giugno 2007

TUTTI I GIORNALISMI DEL MONDO


Ci sono scandali nati nei Blog, notizie che per la prima volta sono state scritte per il Web.
Ci sono notizie che continuano ad esser reperibili soltanto sul Web: sulle tante guerre dimenticate (in Africa e in Asia), ad esempio, o sulle gravi limitazioni dei diritti umani in molti Paesi "amici" dell'Occidente.
In Italia, Dagospia anticipa di frequente giornali e tv.
L'evoluzione tecnologica trasforma comuni cittadini in giornalisti di talento, e in più, accelera la crisi dei modelli tradizionali di giornalismo (intellettuali, professionali, organizzativi).
Se a N.Y. l'editore del New York Times annuncia l'addio alla carta (tra 5 anni), alcuni tra i nostri giornali limitano l'accesso ai loro siti.
Nelle Tv, la piena interattività è ancora lontana; i format sono arretrati; i linguaggi vetusti.
E l'Ordine dei giornalisti?
Ha un'idea arretrata del mestiere: giornalista, per lo più, è chi scrive.
E chi produce, usa, seleziona, manipola le immagini?
Tecnici, dice l'OdG.
Il giornalismo è oramai un sincretismo di competenze differenti, una forma intellettuale in continuo mutamento.
Le rivoluzioni digitali si susseguono a ritmo di chip: ogni cinque anni.
Diamoci una regolata.

domenica 10 giugno 2007

GIGANTE ROSSA


Succederà tra cinque miliardi di anni.
Il sole esploderà, trasformandosi in una stella gigante rossa, e inghiottirà una parte del suo sistema, terra inclusa.


Questa notizia influirà sulle nostre abitudini. Io, ad esempio, ho deciso di fare una scorta di protezioni solari.

NESSUNO TOCCHI CAINO


Non è che mi faccia una gran simpatia, Caino, ma non voglio che frigga su una sedia elettrica, o che si dibatta disperato sul lettino di una Camera a Gas o in fondo alla botola di una forca, con il collo spezzato.
Le immagini di Saddam Hussein impiccato sono spregevoli.

Per sostenere la richiesta di Moratoria Universale delle Esecuzioni Capitali, copia il Link e vai alla pagina della Campagna, promossa dall'Associazione Nessuno Tocchi Caino e dai Radicali.

Link
http://www.nessunotocchicaino.it

ASSASSINIO AD AMSTERDAM


Di morti ce ne sarebbero due, in realtà. Pim Fortuyn e Theo Van Gogh, uccisi ad un paio d'anni di distanza l'uno dall'altro. Da due fanatici, di fanatismi diversi.
Il libro di Ian Buruma racconta anche di altri morti. Degli ebrei uccisi durante l'occupazione nazista, dei colonizzati (indonesiani) uccisi dai colonizzatori (olandesi).
Il libro racconta della morte della perfetta società olandese: Welfare + Tolleranza + Multiculturalismo. Racconta di una città, Amsterdam, che nel 2015 sarà abitata, al 52%, da stranieri: musulmani, per lo più.
Non è un libro politically correct.
E' per altri lettori, per altri occhi, per altre viscere.

IL WEB FUTURO


A proposito di Web e di futuro. Due notizie interessanti, nell'ultima settimana.
Esperimento di trasmissione fisica. Fotoni scomposti e ricomposti a 150 chilometri di distanza (vedi link per maggiori informazioni).
Le onde magnetiche generate dalle reti wireless sarebbero nocive per il corpo umano.
Ora, a parte le implicazioni filosofiche (l'identità del fotone distrutto è sovrapponibile o sostituibile a quella del fotone replicato?), la prima notizia è una finestra sul futuro, conferma scientifica di un'intuizione letteraria: il teletrasporto (e intanto, una quasi immediata applicazione militare: le informazioni sullo stato quantico della materia - che vengono effettivamente trasmesse e servono al ripristino di un quid identico - sarebbero indecifrabili).
La seconda notizia è invece un monito. A quando l'avvio di un dibattito etico sulle implicazioni dell'inquinamento elettromagnetico?

Link
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2015823

sabato 9 giugno 2007

CIO' CHE PUO' FARE UNA MAESTRA


Può non completare il programma.
Può tener le sue lezioni in classi sporche o inadeguate, o consentire che ad accompagnare i bambini al bagno, sia personale non specializzato (in bagni sporchi e privi di carta igienica).
Può aderire a più scioperi o a più assemblee indetti da più sigle sindacali (magari in prossimità di feste comandate, o tra le feste comandate ed il week end).
Può far trascorrere, agli alunni, la ricreazione all'interno delle classi, pur dispondendo di giardini o di ampi spazi esterni.
Può persino denunciare malattie vere o presunte ed assentarsi per lunghi periodi, provocando il susseguirsi di supplenti e la conseguente demolizione dei programmi scolastici.
Una maestra - che può subire queste situazioni (tutte a rischio, per un bambino), o che può determinarle - deve astenersi dall'intervenire, nel caso in cui un bambino se la prenda con un altro bambino: discriminandolo, aggredendolo.
Una maestra che abbia un po' di coscienza, e un po' di sale in zucca, deve impedirsi di punire quel bambino ordinandogli, in modo un po' naive, ma certamente efficace: "Scrivi cento volte sul tuo quaderno 'Sono un deficiente'".
Altrimenti l'arrestano.

venerdì 8 giugno 2007

NON SI BUTTA VIA NIENTE


Insegnavano economica domestica, cucito, etc.
Ne è passato del tempo.
L'equivalente, oggi, sarebbe: Strategie di resistenza al Mercato.
Corsi propedeutici all'individuazione dei prodotti nuovi e usati su Internet, agli acquisti fuori stagione, al riciclaggio e al rammendo, alla produzione in proprio di introvabili pezzi di ricambio, a bassissimo prezzo, per aggeggi e macchinari da ricomprar nuovi, in loro assenza (ad altissimo prezzo), al riconoscimento delle truffe sui servizi.
Le nostre scuole dovrebbero occuparsi un po' di più del lato pratico dell'esistenza.

MI SI NOTA DI PIU' SE VENGO E STO ZITTO?


O se non vengo del tutto?
La domanda morettiana, ad Heiligendammm, se la pongono gli italiani del G8, mentre gli altri litigano e provano a far quadrare il cerchio.
Bush II dice prima di no, poi si riaccomoda al tavolo del dialogo sul Clima.
Blair s'arrabbia con il suo amico George, rimproverandogli la scarsa disponibilità al confronto.
Sarkozy media tra le due ex capitali della Guerra Fredda, Washington e Mosca, e trova una soluzione sulle misure anti inquinamento (mentre sua moglie Cecilia lascia il vertice per festeggiare il compleanno della figlia di primo letto).
Putin sorprende tutti, e propone a "Dabliu" di farlo insieme, lo scudo spaziale.
Ad annunciare la positiva conclusione del vertice, la padrona di casa, Merkel.
La delegazione italiana? E chi lo sa? Nessuno è in grado di dire se fosse presente ai colloqui. Nel tempo libero, erano tutti troppo impegnati a capire dove fosse finita Cecilia Sarkozy.

giovedì 7 giugno 2007

DISCORSO SULLA GIUSTIZIA


Giustizia come punizione. L'individuazione del reo, il giudizio equo, l'irrogazione della pena, l'esecuzione della pena stessa.
E' un punto di vista. Ed è una parte del discorso sulla Giustizia.
Giustizia come prevenzione. Qui si entra in un mondo differente. La cultura. La didattica della legalità. Si comincia dalle scuole. Si attribuisce una funzione educativa agli strumenti di comunicazione di massa, guardando anche ai più adulti.
E' un altro punto di vista. Ed è un'altra parte del discorso.
Di entrambi i punti, si parla molto.
Del primo, con scarsi risultati.
Nessuna credibile riforma del sistema giudiziario. Un'assoluta inadeguatezza, per non dire disumanità, delle carceri. Un coacervo di polizie, carabinieri, guardie di finanza, polizie provinciali e municipali, persino polizie forestali (per tacere del caos che riguarda i servizi segreti), che non risponde ad alcun criterio di efficienza e di risparmio.
Del secondo, con qualche lode da rivolgere agli insegnanti delle scuole italiane, che lavorano con scarsi mezzi, e a volte con scarse motivazioni, ma che sulla Legalità hanno dimostrato di far molto; e la stessa cosa si potrebbe dire per i mezzi di Comunicazione di Massa.
Ma c'è un altro punto. Del quale non si parla affatto.
La Giustizia come Amministrazione. Ordinaria Amministrazione.
Il Parlamento che non semplifica le leggi (Ah, Napoleone e i suoi Codici!). Il Comune che di conseguenza non rilascia nemmeno un certificato che sia utile per tempi e per contenuto. L'Ufficio che ad identica domanda rivolta a due funzionari, dà due risposte contrastanti: e a tre funzionari, tre risposte, e via interpretando leggi a dir poco ambigue. L'Ospedale con le sue infinite liste d'attesa. La Scuola sporca perché i bidelli son stati promossi e non toccano più uno straccio. E via qualunquisteggiando.
Ci si mettono anche i Privati. La Banca che maltratta i suoi clienti. L'Impresa che delega ai Call Center il ruolo di Muro di Gomma nei rapporti con i clienti insoddisfatti. L'altra Impresa che promuove delle truffe di massa destinate a rimanere impunite: ad esempio, con i contratti stipulati telefonicamente. I giornali che non informano a dovere, ritenendo prioritaria una loro partecipazione - da primattori - al gioco politico.
La Giustizia come Amministrazione, come ordinario funzionamento del sistema, è il vero punto debole dell'intero discorso sulla Giustizia.
Hai voglia a prevedere pene più gravi, a farle scontare, a raccontare a tutti che rubare è brutto e che il tizio è il più brutto di tutti, perché ha rubato.
In un Paese dove l'Amministrazione non funziona secondo criteri di Giustizia, si può solo confidare nella fortuna: che non capiti proprio a te, il razziatore di bestiame: che non ti prenda per il collo, con il suo lazo.

PASSAGGIO A NORD OVEST


E' come per la Festa delle donne. Dei loro diritti, occorrerebbe parlare sempre, ogni giorno dell'anno: salvo l'8 marzo. A pena di far della retorica. Così è per la Giornata Mondiale dell'Ambiente. E' passata. Possiamo tornare a parlare di Clima.
In coincidenza con il G8 tedesco - e con le chiacchiere euroasiamericane sul se e sul come l'uomo avrebbe peggiorato il clima e possa rimediare: pare a proposito che i Grandi abbiano raggiunto un accordo sul primo punto, le colpe dell'uomo, e non sul secondo, i rimedi - dal Polo Nord arriva la notizia dello scongelamento del mitico Passaggio a Nord Ovest.
Grazie, si fa per dire, all'innalzamento delle temperature, non occorranno più dei costosissimi rompighiaccio per andar dall'Europa all'Asia passando per il Polo Nord, e i Cargo abbandoneranno la via dei mari americani e il Canale di Panama.
Non solo. Presto, sarà più facile attingere alle enormi riserve di petrolio e gas sepolte dal ghiaccio.
Ricapitoliamo.
Il petrolio e il gas scaldano l'atmosfera e sciolgono il Polo Nord. L'uomo, profittando dello scioglimento, estrae più petrolio e più gas e riscalda ulteriormente l'atmosfera.
E' come se il Pianeta avesse fretta di chiudere al più presto la parentesi umana, accelerando il suo ciclo naturale: riscaldamento, glaciazione, rinascita. E sperando di ospitare, in futuro, degli abitanti un po' meno imbecilli.

martedì 5 giugno 2007

BREVE RITORNO DI LORENZA E IL COMMISSARIO


Il 25 giugno sarà in libreria "Tutto il nero dell'Italia": un’antologia, pubblicata da Noubs (piccola casa editrice abruzzese di qualità), di 20 più o meno giovani scrittori italiani, compresi tra i 17 e i 44 anni.
Racconti nerissimi, ovviamente.
L’antologia reca due firme di Thriller Magazine: del curatore della collana “Le Api”, Mauro Smocovich, e della curatrice del volume, Chiara Bertazzoni.
Tra i 20, c’è anche un mio racconto. Ricompaiono Lorenza e il Commissario. Stavolta, però, la voce narrante è quella di Giuliano Paternò.

“Il "genere" - è scritto nel Comunicato Stampa - fornisce oggi in modo più rapido e immediato una chiave di lettura del reale. Un'altra qualità è la coralità di descrizioni di cui è capace questo tipo di racconto. L'Italia delle diversità, l'Italia delle regioni e dei tanti campanili emerge prepotente anche da questa antologia, con tutte le sue peculiarità e differenze irredente all'omologazione televisiva e del mondo delle merci. Leggendo i racconti di questa raccolta possiamo mettere a fuoco un quadro preciso degli squilibri fra il mondo metropolitano e quello rurale, tra la nausea da benessere della provincia più appartata e la vita agra delle città del sud, tra l'improvvisa follia che deflagra in un tranquillo mondo valligiano e la vendetta atroce contro un padre padrone, tra le morti bianche provocate da chi specula sull'uomo e sulla natura e l'inquietudine mortale che prende chi smarrisce il senso della propria vita in un quartiere degradato, in una delle tante banlieu”.

Le note di copertina sono di Carlo Lucarelli, Giancarlo De Cataldo e Sergio Altieri.

domenica 3 giugno 2007

RINASCITA DEI CAFFE'


I Caffé, che a Palermo sono morti alcuni anni fa, sono rinati in forma continentale. Superbar, aperti diciotto ore al giorno, con migliaia di utenti divisi per fasce: caffé e cornetto, primo aperitivo, secondo e terzo caffé da pierre, pranzo leggero, tazza di té e torta di mele, aperitivo rinforzato, vino e degustazione serale.
Ci si incontra lì come potrebbe accadere a Milano (nel senso: come io mi figuro possa accadere). Venti minuti preordinati. Vertice politico. Incontro pre contratto. Raduno settimanale tra ex compagni di scuola.
E' finito il Caffé del Vediamo chi ci trovo: morì qualche anno dopo la scomparsa del Caffé Per star da soli, al tavolino; e secoli dopo il Caffé d'artista.

GINO MORICI, UN HIDALGO A PALERMO


Dicono che fosse un uomo fiero, all'antica.
Fu pittore, scenografo, scultore. Fu un grafico straordinario, dicono.
L'ho conosciuto attraverso i suoi disegni, i suoi Hidalgos. Sanno di spade e di incudini, di forgia e di fuoco.
A Palermo, diresse l'Accademia di Belle Arti.
Martedì pomeriggio, alle 17.30, al Palazzo Steri, presentazione di un volume pubblicato da Eidos, e curato da Rosanna Pirajno, Anna Maria Ruta e Isabella Vesco: "Gino Morici. Un eclettico personaggio del Novecento palermitano".

I MUSEI DELLE PAROLE



Della Voce prezzoliniana si sa qualcosa, essendo stata riesumata da Indro Montanelli. E pure dell'Omnibus di Longanesi: il nome della testata è stato di frequente rievocato. E del Selvaggio? Fu diretto da uno dei due nani dello Strapaese, Mino Maccari (l'altro era per l'appunto Leo Longanesi). Rivista nata a sostegno del fascismo, e passata poi alla fronda, sempre più spinta. Satira straordinaria, quella del Selvaggio, che fu pertanto sottoposto a continui sequestri, con il Direttore sempre ad un passo da manette e confino.
Da rileggere.
Per non dire del profluvio di riviste siciliane. Degli hebdomadaire, i settimanali, che spuntarono come funghi fino al primo dopoguerra.
Musei di parole.
Mi piacerebbe visitare un Museo del Giornalismo. Ne esistono un paio, al mondo, che io sappia. Uno a Washington ed uno a Patrasso. Ce n'è uno in rete: Newseum (il suo link è in Friendly fire).
Palermo potrebbe candidarsi ad ospitarne uno. O no?

Didascalia della vignetta. "Le vie dell'arte sono infinite".

GIALLOFEST



Alla libreria Kalos, a Palermo, dal 12 al 16 giugno 2007.
Cinque incontri con gli autori, alle 18.
Ci saranno Daniele Billitteri, Christine Von Borries, Giacomo Cacciatore, Davide Camarrone, Gianmauro Costa, Piergiorgio Di Cara, Valentina Gebbia, Gery Palazzotto, Santo Piazzese, Giampiero Rigosi, Salvo Toscano.

Il mio pomeriggio è quello di sabato 16 giugno. Cercherò di non perdermelo.

URLO


Avete letto qualcosa, di recente, sulla necessità di erigere un muro sanitario tra Letteratura e Genere? Illustri critici hanno scritto un libretto incandescente, sull'argomento.
Non so voi, ma io non capisco il problema.
Prendete l'Urlo, del simpatico Munch.
Alle spalle del protagonista, ad una decina di passi di distanza, camminano due uomini. Su quello che sembra un ponte. Forse lo stanno seguendo. Forse stanno per raggiungerlo. Lui è terrorizzato. Usa le mani come un megafono. E urla. Per chiedere aiuto. A te che lo stai guardando.
Oppure.
I due parlano tra di loro. O si scambiano pigre impressioni. Nemmeno lo hanno notato, quell'ometto. Lui, per parte sua, non vuole che essi si accorgano della sua disperazione, e cinge quell'urlo con le mani: a contenerlo. E a rivolgerlo a te, soltanto a te (che sei la causa di tutto).
La paura è comunque sua. Ma cambiano le ragioni di quella paura.
E i due in fondo alla strada? Che intenzioni hanno? Vogliono fargli del male? Sono dei matti?
E tu che guardi? Sei coinvolto? Sei una possibile vittima casuale, alla maniera del buon vecchio Hitchcock? O sei il possibile assassino? E per quale ragione l'assassino, in un giallo, non è mai il Lettore?
E' un giallo, Sissignore.
E di conseguenza, mi chiedo: l'Urlo è pittura di serie B? Arte di genere? Degenerata?

RIPOSO, A SINISTRA


Francesco De Gregori scrisse il Cuoco di Salò, e rilasciò alcune interviste, al riguardo.
Giampaolo Pansa ha dedicato alcuni tomi alla riflessione.
Francesco Guccini ha scritto e musicato più di un manifesto della reazione Neo Prog: Culodritto, sull'educazione dei figli, tra gli altri.
Nicola Rossi, Luca Ricolfi, Pietro Ichino, hanno scosso l'albero delle idee, e vista l'assenza di frutti, hanno percorso altri sentieri, e visitato altri campi.
L'elenco è più lungo, e se Giorgio Gaber fu un pioniere, ora non si contano, i cercatori d'oro.
Non è un Dietro front, e nemmeno un Rompete le righe.
Forse, è solo un Riposo, state comodi.
Un tempo intermedio.
Fra il 1789 - a sinistra del Re, stava il Terzo Stato; a destra, l'Aristocrazia e il Clero - e il futuro.

sabato 2 giugno 2007

DEJA VU


Foto tratta dal sito del Corriere della Sera. Scattata durante gli scontri di Rostock (Germania), per il G8. Feriti. Contusi. A centinaia. Ma non l'avevamo già vista, questa foto?

SCIASCIA SUI CRETINI



Per i curiosi.
“E’ oramai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia cretino. Ma di intelligenti c’è sempre stata penuria; e dunque una certa malinconia, un certo rimpianto tutte le volte ci assalgono che ci imbattiamo in cretini adulterati, sofisticati. Oh i bei cretini di una volta! Genuini, integrali. Come il pane di casa. Come l’olio e il vino dei contadini”.
La citazione è da Nero su Nero, ovviamente.
Dovesse servire.

I LUOGHI ROMANTICI DEL WEB


Ci sono romanzi che raccontano dell'adolescenza, ed hanno a che fare con la forma della lettera; o con la confessione; o con il discorso interiore.
Straordinari, nelle loro forme originarie. Fonti d'ispirazione, poi. Modelli ripetuti serialmente, infine.
I Blog hanno a che fare con quel tipo letterario (e dunque con l'adolescenza: lettere, confessioni, discorsi interiori). E per funzionare, devono essere un po' vecchi. Un po' datati.
Dicono che i Blog saranno presto dichiarati obsoleti, per l'irrefrenabile avanzata di My Space; e che dei sociologi - da qualche parte (in Inghilterra, forse: studiano ogni cosa, da quelle parti) - hanno rilevato che sui Blog ci si gioca la carriera, parlando male dei propri capi al lavoro.
I Blog sono tra i pochi luoghi romantici del Web. Ci si potrebbe distendere sulla tastiera, e osservare un tramonto sullo schermo.

NO REALITY


A proposito del reality olandese con un rene in palio. Era tutto falso. Ieri, è andata in onda la puntata scandalo: annunciata, scongiurata e attesa.
Alla fine, il conduttore ha presentato i concorrenti.
Un'attrice la finta malata terminale, tre attori i finti aspiranti al trapianto.
E pensare che c'eravamo scandalizzati.
Il reality ha superato se stesso. Non si occupa più di realtà. La previene. La costruisce. Ipotizza un mercato crudele su un organo necessario alla vita dei concorrenti, obbligati a corteggiare spietatamente una donna che sta per rinunciare al rene stesso e a tutto il resto.
Il reality suscita scandalo prima di manifestarsi, e al suo avvento spiega che non valeva la pena d'indignarsi: era solo uno scherzo! Superando comunque un limite, come se questo fosse stato solo un tentativo di tastare il terreno, e suggerendo che si potrebbe fare, un reality tutto vero sull'argomento.
Extreme makeover c'è già: chirurgia estetica in differita. Immagini crude, e le più crude son quelle dei bambini che piangono dinanzi alle mamme rifatte, non riconoscendole. A quando i Transplant show?
Forse non è questa la chiave giusta, ed è un'altra la morale che può trarsi dai fatti.
Il filtro eterogenetico potrebbe suggerire: così si riapre il dibattito sui trapianti, e si sa già che la tv è bene e male, l'etica e il suo opposto, patologia e farmaco della società contemporanea, etc. etc. Ci sono esperti di Comunicazioni di massa che potrebbero sciorinartene quattro o cinque di queste interpretazioni, in meno di due minuti.
Obiezione. Cose del genere fanno bene come un Elettroshock di massa. Dai una bella scarica e stai a vedere cosa succede.

venerdì 1 giugno 2007

VENTUNO CORPI


Hanno trovato 21 corpi, in mare, al largo dell'isola di Malta.
Erano clandestini, poveracci che provavano a saltare il mare, e a rifugiarsi in Europa.
Li ha recuperati una fregata francese. Dicono che ci sono altri corpi, e che recupereranno anche quelli.
Leggo che si scambiano già delle accuse: Francia, Malta e Libia. La Francia li ha recuperati. Malta dice che stavano in acque libiche. La Libia non dice nulla.
Quello dei clandestini è un gran business. I trafficanti li trovano per le strade della Costa d'Avorio, della Nigeria, del Sudan (Dahrfur), della Sierra Leone. Propongono loro un viaggio che li farà ricchi. Basta pagare. Poi, un lungo viaggio: a piedi, spesso, o su mezzi di trasporto molto approssimativi. Tasse e pedaggi, lungo la strada, non si contano. Ci si deve seccar dentro, in quei chilometri, vedendo morire i propri compagni di sventura. Poi le attese, infinite, a Tripoli, o altrove. E quando la carretta arriva, bisogna arrampicarsi, fare a pugni.
Si muore, in quelle traversate. Niente cerimonie. Si finisce in acqua, mangime per i pesci.
Capito perché l'Europa è il Paradiso?
Questi 21 corpi raccontano tutti la stessa storia. E gli stessi sogni.

CRETINI ESPLOSIVI


Aveva ragione, ovviamente.
"Oggi - disse Ennio Flajano - il cretino è specializzato".
Quell'oggi era evidentemente l'abbrivio. Lo sono anche oggi: specializzati. Più di ieri.
Prendiamo i cretini da dibattito. Di un'enciclopedica ovvietà (da riservare alle migliori performances). Pronti sempre alla medesima nettezza, che si tratti di infilare una galleria su per le Alpi, o che si tratti di prender posizione sul Medio Oriente.
Ci son quelli che si cingerebbero di tritolo: così, per far ridere (e lo dicono pure); quelli che comprendono che si possa giungere al punto di usarlo, il tritolo, e detta la cretinata s'infilano in spericolati contorcimenti, per dimostrare che il loro, parbleu, era appena appena un ragionamento; e quelli, infine, che provano a discutere coi suddetti, illudendosi di riuscire.
Sui cretini, argomento politicamente scorretto, scrisse Sciascia, proseguendo sulla strada tracciata da Flajano. Ma sarebbe da cretini suggerirne la rilettura, di questi tempi.