giovedì 30 agosto 2007

SCUOLE DA PULIRE, DA RIFARE, DA CHIUDERE


La vertenza è durata anni e, mi spiegano, le mansioni superiori riconosciute da un tribunale, avrebbero escluso le inferiori dal novero delle obbligatorie.
I ricorrenti - volgarmente si chiamano bidelli, oggi più correttamente assistenti - non sarebbero più tenuti a pulir le aule, i corridoi, i bagni delle scuole.
Ma dei pulizieri, si chiamano ancora così, con linguaggio umbertino, non sono stati ancora assunti, al loro posto.
E le scuole? Chi le pulisce?
A Palermo, anni fa, alle scuole venne concesso del personale "precario" e altrimenti inutilizzato: personale che, tuttavia, non passò alle dipendenze delle scuole, e che, pertanto - mancando un vincolo gerarchico preciso -, non fu integrato al personale tecnico esistente, venendo utilizzato in modo spesso inefficiente.
Ma, come si dice, era pur sempre meglio di niente.
La pulizia delle scuole arrivava ad un livello di decenza.
Nel giugno scorso, la società che ora "gestisce" gli ex Pip (una delle tante facce del precariato isolano), per lettera chiese ai direttori didattici (come dir Presidi) di stilare una richiesta di convenzione.
Il regolamento prevedeva la piena adesione ai requisiti di sicurezza prescritti per i luoghi di lavoro.
Risulta che su 140 direttori didattici, solo in 6, a Palermo, abbiano detto che le loro scuole non erano in regola, con quei requisiti. Gli altri 134, invece, avrebbero detto che le loro scuole sono si-cu-ris-si-me! Qualcuno, tra i 6 sregolati, avrebbe anche detto che, nonostante le molte e pressanti richieste, chi di dovere non si sarebbe adoperato per effettuare i necessari lavori di adeguamento delle strutture scolastiche.
Risultato?
A tambur battente, la società che "gestisce" gli ex Pip ha comunicato l'immediata revoca delle convenzioni con i 6 Circoli didattici autodefinitisi "insicuri".
Chi sa di scuola, a Palermo, un po' sorride dinanzi a queste proporzioni. Come? Su 140, in regola sarebbero 134 e soltanto 6 avrebbero problemi di sicurezza? Cifre che farebbero della nostra una città modello, a ben pensarci.
Non risulta - stando alle cronache - che la società abbia già verificato la piena fondatezza delle dichiarazioni dei 134 Direttori Didattici, alcuni dei quali, in perfetta buona fede, potrebbero aver voluto tutelare l'igiene e la salute dei loro piccoli studenti e dei loro lavoratori. Così come i 6 restanti potrebbero aver voluto, anch'essi in perfetta buona fede, rispettare la lettera della legge, dichiarando il vero e ponendo il problema dell'edilizia scolastica carente.
Perché il problema è il seguente.
Se quelle sei scuole non sono in regola, vanno chiuse d'urgenza. Se non sono sicure per gli ex Pip, infatti, non sono sicure nemmeno per i bambini e per gli altri lavoratori.
Se quelle sei scuole resteranno sporche, andranno chiuse d'urgenza. Cosa è meno sicuro, infatti, di un ambiente sporco, malsano?
Se alcune delle altre 134 scuole fossero non pienamente in regola con le norme in materia di sicurezza, andrebbero anch'esse chiuse d'urgenza (e gli eventuali colpevoli di false dichiarazioni: andrebbero sanzionati o no?).
Qualcuno vigila su tutto questo, a Palermo?

La fotografia ritrae la Scuola Elementare Garzilli, una delle sei che a Palermo hanno riconosciuto di non esser perfettamente in regola con le norme in materia di sicurezza.

mercoledì 29 agosto 2007

LA PACE E' FINITA?



Due boss, due ex nemici giurati, Leoluca Bagarella, corleonese, e Nitto Santapaola, catanese, si scambiano le celle, su disposizione del DAP, il Dipartimento Penitenziario del Ministero di Grazia e Giustizia. Ciascuno dei due, stando a quel poco che sappiamo, lascia sul tavolino la propria fede nuziale, e poi, ne denuncia lo smarrimento alla Polizia penitenziaria.
Allo stesso tempo, viene diffusa la notizia della spedizione di due cartoline illustrate da uno sconosciuto mittente a due destinatari d'eccezione: Totò Riina e Bernardo Provenzano. Le cartoline riportano l'immagine dello stadio di San Siro, una scritta eloquente - "La pace è finita" - ed un falso indirizzo: Via Borsellino.
L'interpretazione che se ne dà, almeno in apparenza, è la seguente.
Per quel che riguarda le fedi, lasciate sui tavolini: è uno scambio di fedi, tra Bagarella e Santapaola. Ciò che equivale ad un'unione: un'alleanza.
Per quel che riguarda le cartoline: la rievocazione del fallito attentato allo stadio Olimpico, la minaccia insita nella frase "La pace è finita" (la pax mafiosa, la tregua dopo le stragi del '92 e del '93), l'allusione alla strage di Via d'Amelio contenuta in quel falso indirizzo: Via Borsellino.
Probabilmente, si tratta di un'interpretazione corretta.
Ma vi è forse una seconda possibile interpretazione, che non divergerebbe dalla prima, se non per le sue conseguenze.
Ecco il ragionamento, in sintesi.
Bagarella e Santapaola, vigendo il regime carcerario duro, il cosiddetto 41 bis, non hanno grandi opportunità di comunicazione all'esterno. Concordano, dunque (e in ciò è già una curiosa contraddizione: "concordano", superando il 41 bis), un'azione simultanea, contando sulla dirompenza mediatica di un piccolo gesto, sulla sua significanza (altra contraddizione, sull'efficacia del 41 bis: qualunque sia il suo significato, stiamo parlando di un gesto che è stato amplificato, fino a farne un messaggio pubblico).
Bagarella e Santapaola, dunque, concordano di lasciar le fedi. Ovvero, ecco la differenza con la prima interpretazione del fatto, concordano di smarrirle: e cioè, intendono affermare d'aver smarrito la Fede.
La fede minuscola, naturalmente: termine da intendersi come fedeltà.
Fedeltà a chi?, verrebbe da chiedersi. E' una disobbedienza, quella annunciata dai due boss? Una presa di distanza? O qualcosa di più? L'annuncio di una guerra? Di una scissione?
Bernardo Provenzano - successore di Riina "nonostante", così sembra, il volere di Bagarella - è stato arrestato. La lotta per la successione è aperta. Anche in questo caso, è da precisare: così sembra.
Nel 2006, contro il palermitano Salvatore Lo Piccolo, uno dei due pretendenti al trono (l'altro essendo Matteo Messina Denaro, più vicino - almeno caratterialmente - a Bagarella), sono state intercettate delle conversazioni che dicono di progetti di morte. L'intercettazione risale ad un'inchiesta che ha decapitato le cosche mafiose di Palermo Centro. E Lo Piccolo, molto criticato per questo, avrebbe dato il via libera al ritorno degli "scappati" negli Stati Uniti, ai mafiosi dell'era Bontate sconfitti dai corleonesi, nella grande guerra di mafia dei primi anni Ottanta, e fuggiti per evitare la morte.
Uno smacco, questo ritorno, per i corleonesi.
E dunque. Chi ha probabilmente mal digerito la ritirata strategica di Provenzano, la "sommersione" (e cioè Leoluca Bagarella), annuncia d'aver perso la Fede, e lo fa simultaneamente a Nitto Santapaola. Per curiosa coincidenza, due cartolina identiche, spedite da San Siro (che ruolo ebbe Bagarella negli attentati del '93?), affermano che "La pace è finita" (l'allusione a Borsellino è univoca, nel suo significato).
Se la vicinanza temporale tra lo smarrimento delle fedi e la spedizione delle cartoline non fosse una curiosa coincidenza, quest'alleanza potrebbe esser stata annunciata, all'esterno, con un evento mediatico studiato attentamente: a significare una generale chiamata alle armi (La pace è finita), un invito a schierarsi nella guerra per la successione a Provenzano.
E' tutta qui la differenza, rispetto alla prima interpretazione: riguarda le conseguenze di quel messaggio, contenuto in due fedi e due cartoline.

TOLLERANZA ZERO


In questo curioso Paese nel quale viviamo, è davvero un miracolo che ciascuno di noi possa nutrire ragionevoli speranze di sopravvivenza: che svegliandoci al mattino, ci si auguri l'arrivederci al pomeriggio, e si facciano programmi per la serata. Poiché non vi è alcuna tutela, né alcun limite all'azione dei singoli: ci si può ubriacare, e travolgere dei bambini per strada, e rischiare, al più, il ritiro e la sospensione della patente; truffare il prossimo con un lecito fallimento e irridere la rovina di chi sconosce le norme in materia di Srl: società a responsabilità limitata. Ora però le cose stanno cambiando: a Firenze, i lavavetri vengono arrestati. Ho sempre difeso la tolleranza zero: verso la stupidità.

lunedì 27 agosto 2007

SETTE MESI DOPO


E' morto un Angelo. L'ultima volta che l'ho vista, sette mesi fa, era in compagnia di un cagnolino, indossava dei guanti pesantissimi, da giardiniere, e scrutava tra vecchi mattoni, in cerca dei migliori. Impolverata, ha risposto al mio saluto, e dietro i suoi occhiali, ha seguito la corsa del cucciolo. Non vuol fermarsi, pensavo. Non voleva perdersi nulla, ho capito.

AMORE DI LIBRO


Sono gli ultimi giorni di timidissima scaramanzia. L'attesa è quella di un parto. Nessun esame preliminare. Nessuna ecografia. Quel che verrà fuori, si saprà alla fine. O all'inizio, per meglio dire. Sai solo quanto gli hai voluto bene. Ed ora, che sarà in mano a degli sconosciuti, che prenderà vie imprevedibili, ti preoccupi solo del suo destino. Un libro è un libro.

P.S. Questa splendida foto (Sicilia, Corleone, 1989), trovata sul Web, è di un Maestro, Francesco Cito.

venerdì 24 agosto 2007

IL MASSACRO DELLA CIVILTA'


Le pagine sui massacri di uomini e bambini sono particolarmente dettagliate. E gli assassini sono descritti in modo verosimile: uomini di poca sostanza, armati di spade e baionette e contaminati dal fanatismo religioso e dal nazionalismo.
La Masseria delle Allodole, di Antonia Arslan, è un libro d'una famiglia narrativa inquieta, che negli ultimi anni s'è accresciuta di qualche titolo: Koba il Terribile, anzitutto, di Martin Amis.
Il doppio genocidio armeno, svoltosi tra il 1894 e il 1915 e tradotto su pellicola dai Fratelli Taviani, è ancora negato dal governo turco (che ha anche vietato la traduzione del romanzo di Antonia Arslan).
Temo il riaccendersi di vecchi focolai.
Leggo che un Ministro di Ankara, musulmano, ha licenziato su due piedi un Ambasciatore del suo paese reo d'averlo indotto nel peccato, servendogli, al proprio desco, un risotto che conteneva un po' di vino.
Penso all'uomo di Nazareth, alla sua sacrosanta cacciata dei Mercanti dal Tempio, e mi sorprendo a considerare che, oggi, dovremmo pure cacciare i Sacerdoti dal Mercato.

giovedì 23 agosto 2007

E' CIVILE QUESTA PROTEZIONE?



Affermazione A.
Sostiene il Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che manca il coordinamento. Anche se, in alcune zone, ha funzionato.

Affermazione B.
Sostiene il Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che questa è la giornata peggiore, per gli incendi, nel nostro Paese.

Affermazione C.
Sostiene il Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che saranno stanziati 5 milioni di euro, in tutta Italia.

Il lettore indichi quale tra le precedenti affermazioni può ritenersi verosimile, quale dignitosa, quale accettabile.

mercoledì 22 agosto 2007

AL PIROMANE IGNOTO


Pensavo, nei giorni scorsi, al primo Post dopo il rientro: sarebbe stato una miscellanea di piccoli eventi.
In testa a tutti, l'editoriale con il quale il direttore della Gazzetta dello Sport si scusava con i lettori di una notizia parzialmente infondata: un'eccezione assoluta, nel panorama giornalistico italiano, ammettere d'avere avuto torto.
E poi, la politica - con la conclusione della parabola di Daniele Capezzone, dal trasversalismo dei Volenterosi alla ricerca di una cadrega nel Centro Destra (nel Centro Sinistra sarebbe stato lo stesso) - e il sangue di tanti omicidi in famiglia.
Ma questo 22 agosto ha cambiato tutto.
E il primo Post voglio dedicarlo al Piromane Ignoto: all'assassino di tre innocenti carbonizzati in un agriturismo a Patti; al distruttore di Cefalù e di mille altri boschi siciliani.
Agisce nella completa certezza della propria impunità. Conta sull'inefficienza dei soccorsi. E' tra gli uomini una manifestazione del Male: è la Peste, è il Diavolo.
Importano poco le eventuali motivazioni pratiche delle sue azioni: qualche giornata in più con la Forestale, degli intenti speculativi, una strategia mafiosa.
La Follia di chi dà fuoco ad un bosco o ad un campo coltivato non si lascia affievolire dalle cose terrene.
Ora si discuterà a vuoto, per qualche giorno, uno o due al massimo, d'aumentare le pene detentive per questi matti, o miserabili.
E invece. I savi. I giusti.
Cos'hanno fatto per impedire quel che è accaduto?
Quanti Canadair servirebbero in Sicilia? E a cosa serve la Forestale, se siamo privi di una Riserva Regionale in grado di mobilitarsi presto ed efficacemente a scopi di Protezione Civile?
E noi, a cosa stiamo pensando, oggi? Al mondo che abbiamo fin qui conosciuto o a quello che verrà? Siamo in grado di affrontare le conseguenze delle mutazioni climatiche?
Considero i matti e i miserabili né più né meno che delle variabili territoriali: in Sicilia, forse, più frequenti che altrove.
Ma sono i savi, i giusti, a farmi arrabbiare di più.