sabato 26 dicembre 2009

VIAGGI IMMOBILI


Il libro è il treno di chi non parte mai.

POSSIBILI USI DELL'INFLUENZA A

Ci sono giorni in cui non avresti voglia di fingere nemmeno una pettinatura, e invece, quell'abbozzo d'individuo maltonso che eviti ad ogni scavalcamento di marciapiede ti viene incontro con la mano destra tesa, sudaticcia.
Ha nel volto i tratti abitudinari dell'accattone, le sopracciglia adagiate sullo scavo della finzione, le labbra stirate in un sorriso pendulo. Pare appena uscito dalla sesta bolgia dell'Inferno dantesco, quella degli ipocriti: piegato sotto una cappa di piombo dorata.
Non hai scampo: un'auto con una ruota sul marciapiede ti impedisce la fuga, una mamma accucciata su un bambino in lacrime ti taglia la ritirata.
Devi rispondere a quel saluto.
In uno scatto, l'invenzione.
"Di questi tempi, niente effusioni. Sa, l'influenza A!".
Ecco, a qualcosa è servito, il maledetto virus.

sabato 12 dicembre 2009

MA COS'E' QUEST'INFLUENZA?

L'Influenza A era stata presentata come la Pandemia del secolo, e l'attendevamo con la serenità d'animo dei milanesi dinanzi alla peste che nei Promessi Sposi bussava alle porte della città.
Abbiamo fatto incetta di antivirali, mentre il governo commissionava alle multinazionali farmaceutiche milioni di dosi di un vaccino da distribuire prima ai medici ed ai poliziotti poi ai soggetti a rischio e infine a tutti coloro che tra un'età ed un'altra avessero deciso di sottoporsi al marchio.
Ma i medici, in gran parte, non si sono sottoposti al quasi obbligo del vaccino, e nulla si sa dei poliziotti, o dei carabinieri.
In Sicilia, con prussiana determinazione, si è ordinato di rivolgersi ai medici di famiglia ed ai pediatri che a loro volta consigliavano o sconsigliavano il marchio, per via della presenza di Squalene nel vaccino e delle eventuali complicanze neurologiche, e nella migliore o peggiore delle ipotesi indirizzavano i pazienti ai centri di vaccinazione: prima pieni come un centro commerciale nel giorno dell'inaugurazione poi desolatamente vuoti come alla presentazione di un libro di un critico letterario che non cito.
L'Influenza A, che da mesi infettava delicatamente la popolazione, si è a questo punto diffusa senza alcun freno inibitorio, e la stessa nozione di rischio è mutata, insieme a quella dei soggetti titolari del rischio medesimo.
La programmazione della vaccinazione, così farseggiando, è scivolata in avanti.
All'inizio di questa costosissima commedia, il picco della malattia era stato annunciato tra novembre e Natale, e i soggetti a rischio - s'era detto, con malcelato disprezzo della logica - sarebbero stati marchiati non prima di gennaio.
Poi, le dosi avanzate hanno abbondantemente superato il previsto, e dunque - a questo punto è solo un si dice senza alcuna conferma ufficiale - tutti quanti potranno richiedere d'esser vaccinati, e in qualsiasi momento essi preferiranno.
L'Influenza A, si è anche scoperto, non fa male: è un taxi che al momento trasporta un passeggero di buon carattere, un taxi veloce, che non bara sul percorso e sul tassametro.
Il virus, però, potrebbe mutare.
In genere, dicono i soliti esperti, le mutazioni abbattono la pericolosità del virus primario. Ma non è detto che una mutazione x non smentisca le statistiche, sicché, un giorno, su quel taxi potrebbe salire un passeggero malintenzionato, e chiedere d'esser condotto ovunque, in un batter d'occhio.
Il bello è che non ce accorgeremmo in tempo. I tamponi e le analisi sugli infetti si fanno solo a campione. E i vaccini avanzati, accumulati a milioni di dosi nei centri di vaccinazione, sarebbero ancor meno utili di quanto non si siano rivelati finora.
E allora, ricapitolando: l'influenza A, così com'è, non fa male; i vaccini sono stati solo un grande spreco di danaro pubblico; se l'influenza A dovesse far male, servirebbero altri vaccini.
Non ci avete capito niente? Vi pare ridicolo, tutto questo?
E' la Sanità, Bellezza.
Ci sarebbe anche da dire dei dirigenti che a più riprese mi hanno detto: "Guardi che se Lei dice così, si crea il panico... Non è sbagliato, ma insomma... Non so che dirle, io rispondo agli ordini... Lei, piuttosto, dovrebbe dire...".
Ci sarebbe da dire che noi giornalisti avremmo dovuto insorgere contro questa commedia.

venerdì 11 dicembre 2009

RACCONTARE LA MAFIA

Ieri sera, a Palermo, nel corso di un dibattito, qualcuno ha sostenuto che non si debba parlar di mafia, nei film, nelle fiction, nei libri, perché così si rafforza la mafia medesima.
Ho risposto che in Sicilia possiamo raccontare la Sicilia.
La Sicilia è modernità, multiculturalismo; è anche mito e storia.
Possiamo raccontare, in Sicilia e attraverso la Sicilia, il mondo intero.
C'è anche la mafia. E non solo c'è ancora, in Sicilia, ma è così diffusa da controllare intere porzioni del nostro territorio, ed è così crudele che il mondo resta a bocca aperta, dinanzi all'efferatezza dei suoi crimini.
La mafia è così crudele da farsi naturalmente oggetto privilegiato di narrazione.
Eros e Thanatos, ricordate?
La mafia, però, è così difficile da raccontare, che tutto ciò che di recente l'ha rappresentata (su libri e piccoli e grandi schermi), è o comico o osceno.
Dire che la mafia non va più raccontata, è solo una scusa.
La mafia - quella vera, quella dei giorni nostri, quella dello Zen 2, di Brancaccio, del Capo o di certi paesi della provincia - è così difficile da raccontare, che servirebbero il coraggio e il talento di un grande autore.
Per raccontare la mafia, occorre rischiare il capolavoro.

SON TORNATI I CANNIBALI

Sono tempi duri, e ciascuno vive a modo suo la paura del futuro.
Al mattino, vedo di frequente un tizio che in tv che dà del manganellatore agli altri ospiti di una nota trasmissione, e si vede che vorrebbe mangiarseli, gli interlocutori che non la pensano come lui. Non in senso figurato, io sospetto.
L'uomo, emotivamente scosso, sostiene che viviamo in un Regime. Lo dice con il volto teso allo spasimo, i muscoli tremanti, costretti - da uno sforzo disumano - ad una simulazione di calma, di ragionamento.
Mi chiedo se dietro quella sua ossessione - per "Il Regime", in apparenza - non si nasconda una tentazione di tornare al Cannibalismo, ad un mondo in cui il dialogo sia sostituito da un gran pasto rituale.
Quel pasto tragico che sconvolse l'Italia negli anni Settanta e che chiamammo Terrorismo.

mercoledì 2 dicembre 2009

UOMINI IN VENDITA

Il punto è: come si cambia? Meglio: cosa si perde, e cosa si guadagna?
Da ragazzino pensavo: perché quei due litigano? Come mai non riescono a trovare un accordo?
Poi, più adulto: come mai uno muore per difendere un'idea? Cosa conta, un'idea, di fronte alla vita?
E infine, a metà del cammino tra allora ed oggi, tra l'entusiasmo perso e la chiarezza guadagnata, ho pensato: come ci si può vendere, a qualcuno, per qualcosa?
Ora che penso di avere le risposte a tutte quelle domande, rimpiango di non avere altre domande da lasciar senza risposte.

martedì 1 dicembre 2009

GLI EDITORIALI DEL TRUCIDO

Negli anni Settanta, si narra, all'interno di Potere Operaio si discuteva se la fellatio fosse di destra o di sinistra, e si racconta che un famoso conduttore televisivo passato per quelle file, avesse delle posizioni impopolari, al riguardo.
Ora, certe inchieste e certi editoriali, che potrebbero benissimo esser firmati da altri eroi degli anni Settanta - "Er Trucido", "Er Monnezza"-, raccontano delle abitudini private dei politici, delle loro frequentazioni.
Diventa notizia perfino il tentativo, da parte di un ricattatore, di vendere quello che forse non c'è, un video hard: tentativo che pure nell'atto mancato (il non esserci, per l'appunto), raggiunge parzialmente il suo obiettivo: il massacro dell'immagine pubblica di una persona (sul soldo, passim: magari il ricattatore avrà comunque il suo).
Segno, il lapsus, del sonno della ragione.
E' tempo di ricatti e ricattatori, il nostro. Forse funzionano delle autentiche centrali del ricatto trash. E il giornalismo, di frequente, rischia di fare da megafono. Non stiamo parlando dello scandalo Profumo. E noi, tutto siamo fuorché inglesi.

giovedì 19 novembre 2009

LA STRADA GIUSTA


Cerchi la strada, imbocchi il boulevard de Stendhal, infili una strada laterale, rue de Tolstoj, e alla fine, il posto che cercavi è lì, dove sapevi: in place de Hemingway.

martedì 17 novembre 2009

LE CERAMICHE DI GIACOMO ALESSI

Dal sito di Silvana Editoriale:

"Questo volume rappresenta un omaggio alla più alta manifestazione della lavorazione ceramica – che, nella forma di un artigianato d’eccezione, è capace di affermarsi come vera e propria espressione artistica – e a un suo grandissimo interprete: Giacomo Alessi.
Nato non a caso a Caltagirone, una delle capitali mondiali della terra cotta, Giacomo Alessi è un raro esempio di eccellenza e creatività, un artista della ceramica che ha saputo attingere a una tradizione millenaria e nello stesso tempo a innovarla, tracciando la strada per un futuro che si appalesa come ricco di promesse.
Alessi infatti ha rivisitato forme, stili, decori, simboli, persino concetti astratti, dando alle opere ceramiche calatine nuova linfa, nuova vita.
La figura di Alessi, come artista e come uomo, è raccontata nel volume attraverso sedici ritratti, tracciati da personalità appartenenti a vari mondi – intellettuali, giornalisti, stilisti, critici, studiosi, archeologi, scrittori, artisti, manager – che ben conoscono la sua produzione.
Ai testi si alternano le immagini delle più significative opere di Giacomo Alessi, alcune realizzate da grandi fotografi: in tutte – sono circa centocinquanta – il titolo è in dialetto siciliano, scelto dall’artista e sempre evocativo, pungente, ironico e persino geniale".


Presto online il mio racconto pubblicato sul catalogo.

WINE FOR LIFE

Dal sito di Studio 71.

"L'iniziativa è nata da un’idea di Giuseppe Zingales, patron dell’Hostaria Cycas di Castelbuono, che da tempo ha aperto il proprio spazio a mostre d’arte contemporanea. Il progetto è stata accolto con grande entusiasmo da Michele Di Donato e Marco Calcaterra dell’azienda vinicola Avide di Comiso, dall’Associazione Culturale Studio 71 di Palermo e da Filippo Lupo, anch'egli castelbuonese, presidente del Camilleri Fans Club. Tutti questi attori hanno messo in moto una “macchina” organizzativa che ha coinvolto pittori, poeti e scrittori.
Il progetto ha le sue basi nelle precedenti iniziative legate al vino ideate da Zingales. Suoi sono gli eventi: 30 artisti incontrano Bacco e Di-Vino artista (in quest’ultimo caso sono stati 35 gli artisti, tutti siciliani, che hanno creato per l’occasione delle etichette, i cui originali sono stati battuti a un’asta di beneficenza a New York).
L'idea è semplice, ma originale: "vestire" il vino con etichette che riproducono un'opera d'arte.
In Territori: Arte, Parole, Vino al dipinto si affianca un pensiero sul vino uscito dalla penna di uno scrittore, di un poeta.
Questi gli autori che hanno dato il loro contributo: Roberto Alajmo, Giacomo Cacciatore, Andrea Camilleri, Davide Camarrone, Giancarlo De Cataldo, Piergiorgio Di Cara, Marcello Fois, Valentina Gebbia, Aldo Gerbino, Carlo Lucarelli, Rita Piangerelli, Santo Piazzese.
E questi gli artisti che hanno realizzato le opere riprodotte nelle etichette: Antonella Affronti, Luciana Anelli, Aurelio Caruso, Orazio D’Emanuele, Pippo Giambanco, Gilda Gubiotti, Paolo Malfanti, Franco Nocera, Antonino G. Perricone, Salvatore Provino, Turi Sottile, Giusto Sucato.
La Avide realizzerà, con "tiratura" limitata, una serie di 12 etichette che vestiranno due fra i vini più prestigiosi dell'Azienda: il Cerasuolo di Vittoria “Barocco” e l’Insolia “Riflessi di sole”.
Ogni bottiglia sarà corredata da un catalogo in cui saranno riprodotte tutte le etichette.
Un ringraziamento va a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno contribuito alla riuscita di questo evento: agli autori e agli artisti, per avere prodotto o messo a disposizione i versi, gli scritti e le opere riportate nelle etichette, alla casa editrice Sellerio per aver consentito l’uso di un brano estratto da un romanzo di Andrea Camilleri, al Museo Civico di Castelbuono per l'ospitalità data alla prima presentazione dell’iniziativa.
L'iniziativa è stata presentata in prima assoluta il 25 ottobre 2009 a Castelbuono, nella Sala del Principe del Castello comunale dei Ventimiglia, con la collaborazione del Museo Civico di Castelbuono.
Seguiranno altre presentazioni a Roma, Bologna e Ragusa.
Agli eventi parteciperanno alcuni degli autori che hanno aderito al progetto. Tramite la Avide, le bottiglie dell'intera collezione contribuiranno alle iniziative sociali legate al progetto Wine for Life".


http://www.avide.it/news_leggi.cfm?id=7352

lunedì 16 novembre 2009

LA GUERRA ALLA MAFIA

Hanno arrestato un boss di primo piano, Domenico Raccuglia.
Bene.
Serve un po' di ottimismo.
Ma a Napoli pagano i piccoli spacciatori 100 euro al giorno, e più o meno la stessa cosa accade a Palermo, e in molti altri luoghi, Milano inclusa.
Quando cominceremo ad occuparci di questo?
Quando ci riprenderemo Scampìa, i quartieri spagnoli, Brancaccio, lo Zen 2, Quarto Oggiaro?

giovedì 5 novembre 2009

PAGARE PER I MORTI

A Gela chiedono 1.500 euro per una tassa sulle sepolture vecchie di trent'anni: se non paghi, gettano il morto negli ossari o sottoterra.
Non è il modo che offende: politica e burocrazia amano la brutalità.
E' la perdita del sacro, del mistero, semmai, che lascia senza fiato.
E non varrebbe nemmeno la pena di sottolineare come, nella città dell'abusivismo dei vivi, si regolarizzino solo i morti.

giovedì 15 ottobre 2009

QUESTO E' UN UOMO


Il 29 ottobre in libreria, il mio romanzo, pubblicato da Sellerio.

domenica 11 ottobre 2009

IL NOBEL AL TALENTO FUTURO

Ma è possibile? Un Nobel a Obama nove mesi dopo l'elezione e senza aver ritirato un solo milite dal fronte orientale?
L'avrei votato, fossi stato americano, ed ora, me lo vedo insignito come una Noemi qualsiasi: con una medaglia al Talento Futuro!

lunedì 7 settembre 2009

IL GRANDE NEMICO DELLA CRISI E' IL FUTURO

A parte i licenziamenti, i fallimenti, il crollo della domanda e la riduzione dell'offerta.
A parte tutto.
La crisi ha indotto un'autentica mutazione antropologica.
La diffidenza è aumentata in modo insopportabile, e così l'illusione di poter fronteggiare l'incertezza che sovrintende alle nostre azioni, e così, s'inventano procedure e si escogitano trame impenetrabili per difendersi.
Il grande nemico - per le banche, le imprese, persino per la Cultura - è diventato il Futuro.
Il solo risultato, al momento, è di fare a pezzi il Presente, la voglia di fare.

sabato 5 settembre 2009

QUESTO E' UN UOMO

Ad ottobre, sarà in libreria il mio "Questo è un uomo". Il racconto apparso nell'antologia "Il sogno e l'approdo" è diventato un romanzo, pubblicato sempre da Sellerio.

lunedì 24 agosto 2009

DE MORTUIS

Dicevano i romani: De mortuis nihil nisi bonum. L'aver gettato infamia su Gianni Agnelli, per le probabilmente vere evasioni fiscali, è pur sempre un atto carognesco. Fino a non molti secoli fa, le Inquisizioni disotterravano le spoglie di chi non era stato vilipeso in vita, e le condannavano per colpe vere o più di frequente false. A questo si è giunti, moraleggiando da villani.

domenica 9 agosto 2009

IL RACCONTO E IL ROMANZO

Nella misura del racconto, c'è la sola perfezione possibile.
Il romanzo è un'architettura impossibile, e per questo, ogni bel romanzo è un miracolo.

mercoledì 29 luglio 2009

GIORNALISTA E SCRITTORE

Il giornalista racconta di quel poco che ha capito. Lo scrittore di quel molto che gli è incomprensibile.
Il giornalista ha il dovere di esporsi, di raccontare dopo i suoi molti sforzi - e onesti, si presume - di ricostruzione della realtà, e la realtà, sovente, si presenta frammentata, ed equivoca. Ma di un solo fatto occupandosi, egli può dire ad altri ciò che presume sia accaduto.
Per uno scrittore, è la realtà intera che va ricostruita, e non un singolo frammento, e l'equivoco è la ragione stessa del racconto, e non il pericolo da schivare.
Io posso scrivere del mio tempo da giornalista e da scrittore, e in un caso e nell'altro, muterò non solo il contenuto ma, persino, ed è questo l'apparente paradosso, il mio punto di vista.
Il giornalista è circospetto, sa di aver dietro delle persone che dipendono dal suo giudizio immediato, e nella folla che circonda il fatto e i suoi protagonisti, esprime un'opinione.
Lo scrittore supera le frontiere, s'inoltra in territori ad egli stesso sconosciuti, non vuol mettere pietre miliari e soprattutto, non si guarda mai indietro.
Limitatamente ai giornalisti. Ci si occupa troppo della cosiddetta indefinibile libertà di stampa e troppo poco della conoscenza che occorre al giornalista per esercitare la suddetta libertà. Si chiede al giornalista, in altre parole, di maneggiare strumenti complessi su una realtà che potrebbe non conoscere. Libero è chi sa, anzitutto. E chi non sa è sempre e in ogni caso schiavo.

lunedì 27 luglio 2009

LA ROVINA DI ROMA

Consigli di lettura: "La rovina romana", di Carmine Fotia, pubblicato da Gaffi. Romanzo sulla storia possibile, tra qualche anno. Una città, Roma, travolta dalla paura, dalla xenofobia, sceglie d'esser governata dai Legionari, un gruppo politico d'estrema destra. Intrighi e violenze, del genere al quale la cronaca di questi anni ci ha abituato. La misura è quella romantica del pamphlet: romantica giacché l'autore vuol esprimere un'opinione con un libro, in un tempo in cui le opinioni degradano ad insulti televisivi, urla e slogan. Fotia coglie lo spirito del tempo, con questo libro, e annuncia, a mio parere, la necessità di un romanzo politico.

venerdì 24 luglio 2009

NIENTE EBRAICO ALL'UNIVERSITA' DI PALERMO

Quest'anno, la Facoltà di Lingua e Letterature straniere di Palermo non avrà un corso di Lingua e Cultura Ebraica.
La cosa è deplorevole in sé, ma lo è ancor di più per la Sicilia, che ospitò la più cospicua comunità ebraica d'Europa, fino al 1492, e che poi obbligò poi i suoi giudei a convertirsi, perseguitò i conversi e bruciò gli ostinati: allo Steri, fra l'altro, e cioè nell'attuale sede del Rettorato Universitario. E tralasciamo la considerazione che, oggi, Israele è una realtà economicamente e politicamente rilevante del nostro Mediterraneo.
Se fosse vero quel che riferisce Luciana Pepi - docente a titolo gratuito, con 50 esami sostenuti nel 2009 - e cioè che, avendo scoperto casualmente che la sua materia era stata cancellata, a sua precisa domanda, dagli uffici dell'Università le sarebbe stato risposto: "Ci dispiace, è stato un errore", dovremmo persuaderci che non di un intento preordinato si tratterebbe, bensì di approssimazione, incompetenza, sciatteria.
Niente di nuovo, sotto il sole.
Ma è pur sempre quell'Università che anni fa pensò di far delle vecchie prigioni dello Steri un Museo dell'Inquisizione e non delle sue vittime. Un grossolano errore di valutazione. Ad Auschwitz non hanno fatto un Museo delle SS, ma un sacrario dedicato alle loro vittime.
Non ci sarà, non può, non dev'esserci un motivo diverso dall'errore, per l'aver eliminato l'insegnamento della Lingua e della Cultura Ebraica.
Sono certo che il nuovo Rettore, Roberto Lagalla, che è persona onesta e competente, vorrà rimediare.

mercoledì 22 luglio 2009

A PROPOSITO DEL BIMBO DI ACIREALE UCCISO DA UN BRANCO DI CANI RANDAGI

Ascolta: se tutti devono soffrire per comprare con la sofferenza l'armonia eterna, che c'entrano qui i bambini?
(...)
Qualche spiritoso potrebbe dirmi che quel bambino sarebbe comunque cresciuto e avrebbe peccato, ma, come vedete, egli non è cresciuto, è stato dilaniato dai cani all'età di otto anni. Oh, Alëša, non sto bestemmiando! Io capisco quale sconvolgimento universale avverrà quando ogni cosa in cielo e sotto terra si fonderà in un unico inno di lode e ogni creatura viva, o che ha vissuto, griderà: "Tu sei giusto, o Signore".
(...)
Finché c'è tempo, voglio correre ai ripari e quindi rifiuto decisamente l'armonia superiore.


(Fëdor Michajlovic Dostoevskij, I fratelli Karamàzov trad. di Maria Rosaria Fasanelli, Garzanti, Milano)

venerdì 17 luglio 2009

IL PERDONO













"Se mi dicono perché l'hanno fatto, se confessano, se collaborano con la giustizia, se consentono di arrivare a una verità vera, io li perdono. Devono avere il coraggio di dire che glielo ha fatto fare, perché l'hanno fatto. Devo dirmi con coraggio quello che sanno, con lo stesso coraggio con cui mio marito è andato a morire. Di fronte al coraggio io mi inchino. Io perdono coloro che mi dicono la verità e allora avrò il massimo rispetto per loro, perché sono sicura che nella vita gli uomini si redimono, con il tempo, non tutti, ma alcuni, mi ha insegnato mio marito, si possono redimere”. Agnese Borsellino, a proposito degli assassini di suo marito, Paolo Borsellino, ucciso da Cosa Nostra e da altri poteri il 19 luglio del ’92 a Palermo.

giovedì 9 luglio 2009

HOMUNCULUS LECCACULUS

Homunculus Leccaculus - sm - Tipo umano non eretto, frutto di una involuzione della specie, dotato di lingua capace e morbida, privo della ghiandola dignitaria. Ama circondarsi di propri simili. Costruisce la propria tana sottoterra, e lontano da ogni superficie riflettente. Diffuso nei luoghi di lavoro.

mercoledì 8 luglio 2009

PICCOLO MANUALE DEL CLANDESTINO

Clandestini siamo noi, quando dimentichiamo chi siamo e chi siamo stati.

Clandestinità è vivere il mondo senza memoria.

Clandestino è un insulto, per mettere alla porta chi - con il suo viso, e il suo silenzio - ci ricorda che la povertà è il solo passaporto per il Paradiso.

mercoledì 24 giugno 2009

QUELLI CHE SE NE FREGANO

Ci sono di quelli che assistono ad un massacro e dicono: sì, vero, hanno ucciso degli innocenti, ma chi siamo noi per giudicare, e chi lo sa se quegli altri, con gli americani, gli inglesi, gli israeliani...
Ci sono di quelli che assistono al massacro dei giovani iraniani e semplicemente non gliene importa nulla. Farsi liberamente un'opinione su qualcosa, per loro, è più faticoso che ripetere un'idiozia.

lunedì 22 giugno 2009

UN IRAN DIVERSO

Una delle colpe gravi dell'Occidente consiste nell'aver concepito la Storia, e dunque la Civiltà, come una linea orizzontale, un riverbero della Fede in un mondo migliore di questo.
Questo strano miscuglio d'Illuminismo e Messianismo, ha impedito di guardare alle diversità profonde che contraddistinguono le civiltà diverse dalla nostra, e ha giusticato le pretese imperiali, il colonialismo, la divisione del mondo in aree d'influenza.
La Storia è opportuno che sia conoscenza, a mio modo di vedere, e non primato.
Sicché, risulta poco comprensibile, oggi, a mio parere, quel che accade in Iran.
A Teheran, è vero, si combatte una guerra, è in corso una rivolta.
Leggiamo che i ragazzi scendono in strada, che hanno costumi occidentali, da anni ascoltano la nostra musica, e le ragazze, sotto il velo e le tuniche, s'acconciano alla moda europea.
Ma delle scosse che attraversano il mondo religioso, e dei conversari che da giorni l'ex presidente Rafsanjani, un riformista, intrattiene con numerosi saggi e teologi musulmani, allo scopo d'interdire Khamenei e probabilmente Ahmadinejad, poco o nulla sappiamo.
Quel che m'interessa sapere è se vi sia, tra le due sole strade oggi indicate, la democrazia occidentale e la tirannia dei fanatici, una via diversa, per l'Iran, che sia originale, e magari per noi inaccettabile: espressione di una cultura diversa dalla nostra.
Ma di questo non siamo informati, né forse abbiamo voglia di discutere.

venerdì 19 giugno 2009

WEST WING

Il bello della tv on demand è che puoi inseguire un telefilm fino alla fine, fino all'ultima puntata.
La serie di West Wing, con Martin Sheen, ideata da Aaron Sorkin, è diventata per me una droga.
Ho imparato sulla politica più da questa serie che da tutto quel che ho fatto, in tutti questi anni, lavorando.
E che accada adesso, poi...

giovedì 4 giugno 2009

RICORDATE LA CAP ANAMUR?

La sentenza è stata rinviata a luglio, quando saranno trascorsi cinque anni dal caso.
Ai primi di luglio del 2004, una nave raccolse dei profughi, in mare, ed il suo nome era Cap Anamur.
Trentasette uomini: dicevano di esser sudanesi, originari di un paese che pratica la discriminazione religiosa e la violenza etnica.
Con una troupe della Rai, riuscii a salire a bordo della nave, quand'era ancora al largo delle coste italiane, a poche miglia di distanza da Porto Empedocle.
Nella stiva, attrezzata con letti e toilette da campo, la speranza di giovani vite sfuggite ad un destino di oppressione.
La Cap Anamur aveva cominciato a raccoglier profughi nei mari di tutto il mondo nel '79: i boat people che fuggivano dal Vietnam, su piccole e fragili imbarcazioni, come ancora oggi accade nel Canale di Sicilia.
Decine di migliaia le persone salvate, dai volontari, con i contributi di gente comune: in Africa, in Asia, in Europa, durante la guerra dei Balcani.
Cinque anni fa, dinanzi a Porto Empedocle, il comandante della nave, Stefan Schmidt, insieme al Direttore dell'associazione, Elias Bierdel, chiese di poter attraccare, e ci fu una lunga trattativa con il governo italiano, culminata nella richiesta di soccorso umanitario: richiesta inderogabile, per il diritto di navigazione.
E dunque, l'attracco, seguito in diretta dalle telecamere di mezzo mondo.
Poi, il rimpatrio dei fuggiaschi, e l'azione giudiziaria, contro i responsabili dell'organizzazione, accusati d'aver inscenato un evento mediatico per trarne un documentario: con la richiesta di 4 anni di carcere per Schmidt e Bierdel, 400 mila euro di multa e il sequestro della nave.

martedì 2 giugno 2009

REAGAN A PALERMO

Nessun conflitto di lavoro negli anni recenti finì più più drammaticamente della collisione tra Ronald Reagan e l'organizzazione dei controllori di volo professionali (negli Usa, ndr). Due giorni dopo la protesta illegale del 3 agosto dell'81, decisa per stipendi, benefits e condizioni di lavoro, un arrabbiato Presidente ordinò all'Amministrazione dell'Aviazione Federale di licenziare 11.345 scioperanti e di rimpiazzarli. Solo 500 di loro furono riassunti. Gli altri rimasero fuorigioco.

Così scriveva il Time, il 6 ottobre dell'86, a proposito di un tentativo di riorganizzazione del sindacato americano dei controllori di volo, decimato dal Presidente Reagan dopo uno sciopero illegale. Erano passati cinque anni da quello sciopero e dall'immediata reazione del capo del governo americano. Il sindacato prendeva in esame la possibilità di riorganizzarsi. Ne hanno discusso per 23 anni, ma non hanno mai più lasciato un passeggero a terra.
Chissà perché mi è tornato in mente quello sciopero, mentre cammino per le strade ricoperte d'immondizia, a causa di uno sciopero dei netturbini palermitani.

sabato 30 maggio 2009

L'IMMORALE SAGGEZZA DI ORSON WELLES


Pour mémoire.

"In Italia per 30 anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano 500 anni di pace e democrazia. E cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù".

Orson Welles, ne "Il terzo uomo"

P.S. Dicono gli storici contemporanei che Lucrezia Borgia fosse una ragazzina assai per bene, e che non avesse mai intrattenuto rapporti illeciti con il padre, S.E. Rodrigo Borgia, meglio conosciuto come Papa Alessandro VI, e che le dicerie sul suo conto si dovessero all'odio insanabile di Francesco Guicciardini, convinto che tutto il male d'Italia fosse da addebitarsi alla famiglia Borgia (Davide Camarrone).

venerdì 29 maggio 2009

RIPARARE AI TORTI


Devi dar ragione a chi sembra aver torto, per riparare ai torti di chi ha sempre ragione.

giovedì 28 maggio 2009

NON OCCUPARSI DI POLITICA


Non occuparsi della politica di questo Paese sta diventando sempre più difficile.
Scavalcare certi torrenti melmosi, certe polemiche urticanti, schivare moralismi malpuntellati, evitare gli eroi della dimenticanza e dell'incoerenza, ignorare le dicerie su certi fatti che di sicuro devono essere avvenuti, rimanere asciutti dopo una pioggia di conferme da parte di chi sa e non dovrebbe sapere e se sapesse per mestiere dovrebbe mantenere un etico e giuridico e professionale riserbo, intendo. Ché di questo si tratta, e non di dibattito fra idee contrapposte, di analisi sul disastro presente e su quello futuro, imponente.
La lordura di questi anni copre magnificamente il cambiamento, e non occuparsi di politica è la sola condizione per osservarlo dal vero.
I riflettori scacciano le lucciole.

mercoledì 27 maggio 2009

SU MAURO ROSTAGNO

Nel mio personalissimo tout se tient di sciasciana memoria, dopo la svolta sull'omicidio di Mauro Rostagno - che fu voluto ed eseguito dalla mafia, dopo le inchieste antimafia del giornalista Rostagno: e per dimostrare quest'evidenza, ci son voluti vent'anni! - ho voluto per amor di contraddizione ricominciare a leggere del tempo in cui esplodevano le bombe, e Pinelli moriva, e di quel clima, in cui maturò il delitto Calabresi. Avevo già letto Deaglio, Cazzullo, Feltri, Boatti, e poi, di quegli anni, Segreto di Stato, inchieste e ricostruzioni giornalistiche. Sofri naturalmente, e Ginzburg, e tanto altro ancora. Ho ricominciato, da Sofri: "La Notte in cui Pinelli", pubblicato da Sellerio. E, da qui, rileggerò i libri di Rostagno, a cominciare da una sua autobiografia, del '78. Aveva 36 anni, ed è poco, normalmente, per un'autobiografia. Scriveva, da Trapani, al suo amico Renato Curcio: "Ho scelto di non fare televisione seduto dietro a una scrivania, ma in mezzo alla gente, con un microfono in pugno, mentre i fatti succedono. Sociologicamente si chiama "primato dell'esistenziale sul teorico": e già questo, a Trapani, è profondamente antimafioso. La vera rivoluzione è qui a Trapani".

domenica 17 maggio 2009

CINQUE DOMANDE

Poniamo che uno abbia un figlio segreto, e che, ad una certa età, senta il bisogno di stargli vicino, a suo modo.
Avremmo, noi, il dovere di occuparcene? Il diritto di urlare, ai quattro venti, che quell'uomo ha un figlio? Potremmo scavare nel passato di entrambi, e disseppellire gli indizi di quella paternità a lungo nascosta? Potremmo fare tutto questo, ad ogni costo?
E se quell'uomo fosse, come si dice, un uomo pubblico, avremmo per questo il diritto di far ciò che ci è negato dinanzi a chiunque altro?
Non è difficile rispondere a queste cinque domande.
La mia risposta è no.

sabato 16 maggio 2009

IL CONFORTO

Guardo e ascolto, e sono vuoto d'ogni cosa.
Se in quel vuoto mi perdo, cerco il conforto dell'errore.
La rottura dell'incanto è quasi insopportabile,
ma l'attendo come una salvezza.
Non sopravviverei alla perfezione.
La bellezza induce alla disperazione,
e solo la disperazione conduce alla bellezza.

martedì 12 maggio 2009

"SOTTO UN VELO DI SABBIA" ALLA FIERA DEL LIBRO

Quest'anno, il tema della Fiera Internazionale del Libro di Torino è "Io, gli altri". Lo straniero, il diverso da noi. L'altro riconosciuto e l'altro rinnegato, il clandestino. La sera dell'apertura, giovedì 14 maggio, alle 20, alla sala gialla, io e Giosuè Calaciura racconteremo dei nostri racconti - "Questo è un uomo" e "Il mare è piccolo ma Dio è grande" - che insieme ad altri formano l'antologia "Il Sogno e l'Approdo", pubblicata da Sellerio. E subito dopo, in quella sala, andrà in scena "Sotto un velo di sabbia", lo spettacolo che ne ha tratto Sandro Tranchina con Alessandro Haber e Caterina Deregibus. Il progetto è di Ivan Tagliavia, per "Scenario Mediterraneo".

lunedì 11 maggio 2009

I MATTI

Alla Stazione Centrale di Palermo, un matto, dicono sia un matto, ha assalito due anziani, marito e moglie. Li ha colpiti a martellate, sul capo, ferendoli gravemente.
Mi è tornato alla mente un altro episodio, simile a questo.
Anni fa, un matto aveva colpito dei passanti, sotto i portici di Via Ruggero Settimo. A martellate, anche quella volta. Prima di allora, la polizia aveva ricevuto delle segnalazioni, delle telefonate. C'è un matto, che s'aggira in Via Ruggero Settimo. Sembra pericoloso.
Non era servito a nulla.
Cos'avrebbero dovuto fare, i poliziotti?
I manicomi non ci sono più, e le case famiglia, da finanziarsi con fondi pubblici, sono poche, pochissime, rispetto alle necessità di una città grande come Palermo.
Anche oggi, l'assistenza psichiatrica pubblica è ai minimi termini. I privati suppliscono come possono, ed anche loro hanno sofferto i tagli decisi dal governo regionale.
E le famiglie dei matti, sulle quali resta tutto il peso del problema, vivono un grave disagio: per assistere il congiunto, per non essere isolati.
Nelle città è più difficile: nei piccoli paesi, il matto, il più diverso tra i diversi, non fa tanta paura.
Mi chiedo: quando accade un fatto del genere, quando un matto imbraccia un martello e ferisce un savio, di chi è la colpa?

sabato 9 maggio 2009

I MORTI BUONI

Ho imparato presto che c'erano morti buoni e meno buoni. Alle medie. A proposito di Peppino Impastato non ricordo nulla. Di Aldo Moro, ricordo invece i telegiornali in bianco e nero, ascoltati in silenzio, nelle stanze buie, come ad una veglia, e un disco flessibile, in allegato all'Espresso comperato da mio padre, con la voce di Mario Moretti che annunciava l'esecuzione di Moro. A scuola, dove entrambe le notizie - di Impastato e di Moro - erano state cancellate, tre settimane dopo ci dissero di alzarci e di pregare, ché un uomo buono era morto. Io pensai che fosse Moro, e mi parve ingiustificabile pregare così tanti giorni dopo i funerali. Mi sbagliavo. Il professore, un sacerdote, ci spiegò affranto che era morto Giuseppe di Cristina, di Riesi. Anni dopo, scoprii che l'uomo ammazzato a Palermo, in via Leonardo Da Vinci, era stato un boss potentissimo, un patriarca. Ci volle molto tempo perché si sapesse che per paura d'essere ammazzato, Di Cristina era diventato un collaboratore di giustizia. Cominciava la guerra di mafia.

giovedì 7 maggio 2009

VOGLIA


La voglia è una soglia oltre la quale
cade la foglia
che copriva la noglia.

IL SECCHIO E IL MARE

E' la storia di quel secchio immobile sulla sabbia che guarda l'Oceano e pensa: potrei svuotarti, se solo lo volessi.
O di quell'altro secchio immobile sulla sabbia che guarda l'Oceano e pensa: tutto merito mio.
C'è anche la storia di quel secchio immobile sulla sabbia che guarda l'Oceano e pensa: coraggio, l'importante è restare a galla.
E la storia di quel secchio immobile sulla sabbia che guarda l'Oceano e pensa: dov'è finita la paletta?

Il carnevale della mosca - TOTI SCIALOJA (Roma 1914 - 1998)

Questa mosca si maschera da vespa
perché si sente mesta e un po' nerastra
quando era vispa vispa e zampettava
quando era azzurra azzurra e ruzzolava
si mascherava sempre da zanzara.

lunedì 4 maggio 2009

Legate il mio Valentino - EMILY DICKINSON (Amherst 1830 - 1886)

Destatevi nove muse, cantatemi una melodia divina,
dipanate il sacro nastro, e legate il mio Valentino!
Oh la Terra fu creata per amanti, damigelle, e spasimanti disperati,
per sospiri, e dolci sussurri, e unità fatte di due,
tutte le cose si vanno corteggiando, in terra, o mare, o aria,
Dio non ha fatto celibe nessuno eccetto te nel suo mondo così bello!
La sposa, e poi lo sposo, i due, e poi l'uno,
Adamo, ed Eva, sua consorte, la luna, e poi il sole;
la vita fornisce la norma, chi obbedisce sarà felice,
chi non serve il sovrano, sia appeso all'albero fatale.
Il superbo cerca l'umile, il grande cerca il piccolo,
nessuno non trova chi ha cercato, su questa terrestre sfera;
L'ape fa la corte al fiore, il fiore risponde al suo appello,
ed essi celebrano nozze gioiose, i cui invitati sono cento foglie;
il vento corteggia i rami, i rami si fanno conquistare,
e il padre affettuoso cerca la fanciulla per il figlio.
La tempesta si aggira sulla riva mormorando un dolente canto,
il frangente con occhio pensoso, volge lo sguardo alla luna,
i loro spiriti si fondono, si scambiano solenni giuramenti,
mai più canterà lui dolente, e lei scaccerà la sua tristezza.
Il verme corteggia il mortale, la morte reclama una sposa viva,
la notte al giorno è sposata, l'aurora al vespro;
la Terra è un'allegra damigella, e il Cielo un cavaliere tanto sincero,
e la Terra è alquanto civettuola, e a lui sembra vano implorare.
Ora l'applicazione pratica, al lettore dell'elenco,
per portarti sulla retta via, e mettere in riga la tua anima;
tu sei un assolo umano, un essere freddo, e solitario,
non avrai una dolce compagna, raccoglierai ciò che hai seminato.
Non hai mai ore silenti, e minuti sempre troppo lunghi,
e un sacco di tristi pensieri, e lamenti invece di canti?
C'è Sarah, ed Eliza, ed Emeline così bella,
e Harriet, e Susan, e quella con la chioma arricciata!
I tuoi occhi sono tristemente accecati, eppure puoi ancora vedere
sei vere, e avvenenti fanciulle sedute sull'albero;
accostati a quell'albero con prudenza, poi arrampicati ardito,
e cogli colei che ami di più, non curarti dello spazio, né del tempo!
Poi portala tra le fronde del bosco, e costruisci per lei un pergolato,
e dalle ciò che chiede, gioielli, o uccelli, o fiori;
e porta il piffero, e la tromba, e batti sul tamburo -
e da' il Buongiorno al mondo, e avviati alla gloria casalinga!

domenica 3 maggio 2009

CARO PALAZZO STERI (che mi ha chiesto d'essergli amico su FB...)

Caro Palazzo Steri, vorrei che l'Università di Palermo decidesse di darsi una sede diversa e, in un empito di generosità, facesse di te il Museo dell'Ebraismo siciliano: che tu, che sei stato prima il Palazzo dei superbi Chiaramonte e poi sede della terribilissima "Santa Inquisizione" - di quel Tribunale demoniaco che voleva cancellare ogni traccia dei Giudei e di ogni altra diversità - diventassi il luogo della Memoria, e monito per ciò stesso: di ciò che è stato e non dovrà essere mai più. Uno Yad Vashem dei 441 ebrei condannati al rogo, delle migliaia di innocenti che per anni languirono nelle tue segrete, dei 40.000 che furono costretti all'esilio o alla conversione. I poveri graffiti che ornano le mura delle antiche celle raccontano quella disperazione.

lunedì 20 aprile 2009

LA SHOAH CHE SI RIPETE

Qualcuno s'era risentito delle immagini di Auschwitz in "Sotto un velo di sabbia", diretto da Sandro Tranchina e tratto dal mio "Questo è un uomo" e da "Il mare è piccolo ma Dio è grande" di Giosuè Calaciura.
Cosa c'entra la Shoah con le tragedie dei clandestini, aveva protestato.
Stasera, su Radio Radicale, ho sentito il rappresentante dei giovani ebrei italiani che spiegava perché la sua organizzazione promuoveva con altri la giornata per il Darfur, "tragedia dimenticata": "Altrimenti non avremmo appreso nulla dai nostri nonni, che hanno conosciuto Auschwitz".

giovedì 2 aprile 2009

UN RAPPORTO LETTERARIO


Si videro nel solo bar del vecchio Borges. Jim beveva un whisky dietro l'altro, a Gogol. John si stava disintossicando, e si accontentò di un vinello Baricco. Nel buio, miagolò un Soriano.
Jim chiese del cibo. Il barman disse che era finito tutto. Restava del vitello freddo. Le Carré. Jim fece una smorfia che significava Ok.

- Mangeresti un Caproni con la Verga, senza nemmeno preoccuparti del Puzo - gli fece John, guardando avanti a sé.

Jim gli fu addosso con un Balzac felino, e lo Stendhal con un pugno.
Intervennero in tanti, per sciogliere quella matassa Spinoza, ma i due si rialzarono, e dopo una spolverata, pagarono e s'avviarono verso l'uscita. Salirono sulla stessa auto, dopo aver tirato giù la Capote.

- Hai esagerato, John.
- Lo Hammett.

Fuori Piovene, anche se niente Nievo.

- Pansa o Magris poco importa - fece John, porgendo un Fiore a Jim, e baciandolo.

martedì 31 marzo 2009

CLANDESTINI

Tre giorni fa,
nel Canale di Sicilia,
sono morti dei clandestini.

Cento, duecento...
Erano trecento, nel ’96.
Era Natale, a Portopalo.

Uomini senza passato:
salutano la famiglia,
con un biglietto per Lampedusa.

Se sopravvivono al deserto,
e ai campi di concentramento, in Libia,
affrontano il mare, di notte.

Tengono gli occhi bassi,
quando uno muore,
e cade nel buio.

I clandestini partono da città affamate,
villaggi sconvolti dalla guerra:
danno nomi falsi, all’arrivo.

Il peso della vergogna ti sfinisce,
se hai tenuto per te il dolore.
Capita anche a noi, di tanto in tanto.

lunedì 16 marzo 2009

FALLIMENTO DI UNA PRENOTAZIONE

- Quanto costa, per mezza pensione?
- Settanta per gli adulti: stanza, colazione e cena.
- E per i bambini?
- Dipende.
- Dal tempo?
- Se hanno meno di 8 anni, 20. Se meno di 12, 25.
- Straordinario. I 5 euro in più a che servono? Alla lunghezza supplementare del lenzuolo?
- E' la nostra politica.
- Ah, ecco. E in questa cifra è tutto incluso?
- Dipende.
- Dal segno zodiacale?
- No. Il pasto è a consumo?
- Vanno a tassametro? Con l'erogatore?
- No, se mangiano...
- I miei son di quelli che mangiano, praticamente ogni giorno.
- Non tutti...
- Nei giorni comandati o avete comitive di digiunatori?
- Verrebbe 20 in più.
- Tutto qui?
- Bevande escluse.
- Com'è che me l'aspettavo?
- E' la nostra politica.
- Politica? Ma avete un direttore o un ministro in albergo?
- Non so dirle...
- Scusi: il vostro è un 3 stelle in cima all'Etna. E non mi pare siate affollati. Sa che fate pagare il doppio di un 5 stelle a Kitzbuhel? I bambini non pagano, c'è la baby sitter e le piste fanno spavento...
- Se lo dice lei...
- Kitzbuhel, ha presente? La capitale dello sci...
- E' una sua opinione.
- E' la mia politica, esprimere un'opinione.
- Senta, se non le spiace, siccome molti ci danno il bidone...
- Ma non mi dica...
- Dovrebbe farci un bonifico con la metà in anticipo dell'intero soggiorno...
- Accludo una dichiarazione di insanità mentale?
- Prego?
- Dev'esser caduta la linea...
- Allora fa il bonifico?
- Preferirei una bonifica, ma mi sa che servirebbero un paio di generazioni...
- Prego?
- Verrebbe in Austria con noi? A Kitzbuhel? Pago io.
- Aspetto il bonifico, allora?
- Aspetti tranquillamente, signora. A risentirla.

martedì 3 marzo 2009

FILOSOFIA SICULA DELLA LENTEZZA

Certe nostre espressioni dialettali fanno luce su un codice, su una filosofia della lentezza oggi soggetta a deperimento.
Costruiamo un Vocabolario Filosofico Siciliano?
Prima voce: Abbuttarsi.
Si accettano definizioni non superiori a tre righe.