domenica 4 aprile 2010

4 APRILE, LA RIVOLTA DIMENTICATA

Sarebbe Festa Nazionale, il 4 aprile, centocinquantesimo anniversario di un evento che fu la premessa indispensabile dell’Unità d’Italia.
La Festa fu disposta un decreto del governo reggente: decreto mai abolito.
Mentre i palermitani si sollevavano, dinanzi alla Chiesa della Gancia, Garibaldi era a Caprera e i Mille erano ancora lontani da Quarto e dalle navi che li avrebbero condotti a Marsala.
La Sicilia intera si sollevò, alla notizia di quel gesto di rivolta: a Palermo, un gruppo di patrioti era insorto contro gli oppressori.
I Borboni fecero delle concessioni, che ritirarono presto.
La popolazione tentò di salvare gli insorti, attraverso un foro praticato in una parete della Chiesa della Gancia (la buca della salvezza) ma 13 di essi furono fucilati, ed uno, Sebastiano Camarrone, sopravvisse al plotone d’esecuzione: ma contro la legge, che in quel caso imponeva la commutazione della pena, fu finito, con un colpo in testa.
A ricordare il sacrificio delle Tredici vittime, non ci sarà né una corona di fiori né l’ombra di una cerimonia pubblica.
Niente!
Palermo dimentica i suoi morti, così come li dimenticano la Sicilia e il Paese.
Fino a qualche mese fa, ricorderete, non era stato previsto neanche un comitato preparatorio per il centocinquantesimo dell’Unità, che cadrà nel 2011; o per Camillo Benso Conte di Cavour, che morì poco prima dell’Unità.
Come se negli Stati Uniti dimenticassero i patrioti della loro guerra d’indipendenza, la strage di Boston, la battaglia di Yorktown o George Washington.
Brutti tempi, i nostri.