Al programma elettorale di Raffaele Lombardo hanno lavorato sindacalisti, imprenditori e docenti universitari.
Ci sono delle novità, in quelle pagine. Dal punto di vista ambientale, anzitutto, e dell'approccio alle questioni dell'energia e dello sviluppo.
La scelta di nominare Massimo Russo alla Sanità, inoltre, può costituire un ulteriore segno di novità rispetto al passato. Un magistrato, e non dei più docili, alla guida dell'assessorato più delicato: per gli interessi in gioco, per l'enormità del deficit da ridurre, per l'efficienza da restituire al sistema.
C'è chi parla di scelta sarkozista. In piccolo. Di un laboratorio siciliano. E' presto per dirlo. Ed è prestissimo per anticipare giudizi. Vedremo quante altre intelligenze saranno coinvolte, nell'opera promessa di ricostruzione: con quale spirito, e con quali obiettivi.
Un paio di cose, però, possono esser già dette.
Lombardo, anzitutto, è stato eletto con un consenso pari quasi al 70% dei voti: il più alto mai registrato finora, probabilmente, nelle passate elezioni regionali svoltesi nel nostro Paese, con il sistema dell'elezione diretta. E questo dà all'inquilino di palazzo d'Orleans un potere d'investimento politico enorme.
In secondo luogo, il recupero del modello politico autonomistico consente un superamento delle culture politiche tradizionali, peraltro già in crisi da tempo, e una straordinaria capacità d'attrazione.
E' un capitale, questo, da amministrarsi con cura e con coraggio.
Nessuna illusione, ovviamente. Non ci vorrà molto per scoprire se questi talenti sono stati spesi bene, nell'interesse della Sicilia: per porre rimedio alle arretratezze, alle devastazioni. E naturalmente, contro la mafia.
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