giovedì 14 agosto 2008

NEL FONDO DEI GIORNALI D'ESTATE

Sono brutti, i giornali d'estate. Come idrovore, estraggono ogni cosa dal fondo dei fiumi limacciosi. Parlano dei soldi degli altri, di corna e di rapine in villa.
Quest'anno, anche delle Olimpiadi e delle guerre dei signori del gas.
Capita, però, nel fango, di scovare dei piccoli tesori.
Tra le notizie minori, e solitamente impubblicabili, ne emergono alcune straordinarie.
Come quella del rapinatore di pizzerie, che a diciott'anni, a Castrofilippo, si è preso una pala in testa, vibrata dal padrone. Interrogato, al suo risveglio, e riconosciuto dagli avventori, è stato lasciato andare. Nella notte, forse per il colpo ricevuto, ha deciso di presentarsi ai Carabinieri. Arrestatemi, ha detto. Ho tentato di rapinare una pizzeria. Denunciato, sarà processato a piede libero.
C'è un sapore vero, terragno, in questa storia. Che ha poco sangue e molta umanità.

domenica 10 agosto 2008

IL GRIGIO IMPERO

Qualche giorno prima dell'accensione della fiaccola, i solerti organizzatori delle Olimpiadi di Pechino hanno sparato dei metalli pesanti contro le nuvole, per scaricare la pioggia che avrebbe potuto minacciare lo svolgimento dei Giochi. Per ridurre l'umidità, e per abbattere al suolo tutto ciò che va sotto la generosa definizione di smog.
In Cina, non vanno troppo per il sottile con l'inquinamento. Nei confronti dell'ambiente, hanno lo stesso atteggiamento usato nei confronti dei diritti umani. Altro che vecchia Europa.
Oggi, la corsa dei ciclisti si è svolta sotto la pioggia. Quaranta gradi e un muro di umidità da penetrare a forza di gambe e polmoni, con gli occhi che bruciano costantemente e le mucose in allarme. Sotto un cielo perennemente grigio e un sole invisibile.
E dire che la Cina era chiamata Il Celeste Impero.

sabato 9 agosto 2008

SPOT DI TIRANNIA

La propaganda, il partito principe, il centralismo contro le autonomie, il sostegno ai regimi autoritari africani e orientali, la galera per il dissenso, la repressione religiosa, la pena di morte, il controllo sul web e la censura dell'informazione.
La Cina è questo e altro ancora, e ieri ha dato vita ad un'impressionante manifestazione di potenza: una sfilata di indossatori di maschere felici, perfetti esecutori di un copione totalitario sotto lo sguardo vigile del dittatore coreografo. Con la trovata simbolica del confucianesimo a sostituire i miti rivoluzionari, e Steven Spielberg a sceneggiare lo spot più macabro del ventunesimo secolo: con l'elencazione dei primati culturali e la fiaccola che passava dalle mani dei primi vincitori cinesi delle Olimpiadi a quelle del primo ginnasta imprenditore dell'immenso paese.
Uno spot che sottintendeva un solo messaggio: un quarto dell'umanità è cinese, e su quel miliardo e trecento milioni di persone vegliano due milioni e mezzo di soldati che sfilano ancora al passo dell'Oca, reggendo la bandiera rossa.
Sembrava di assistere alla sfilata inaugurale delle Olimpiadi del 1936 a Berlino.
Speriamo in un nuovo Jesse Owens.
Post Scriptum Non è un caso che in queste ore sia scoppiata una guerra vera: tra la Russia e la Georgia. Altro spot, a significare che anche Putin fa sul serio.

domenica 3 agosto 2008

AGRODOLCE

Senza la voce di Olivia Sellerio, senza la maestria di un compositore come Andrea Guerra, senza l'arrangiamento straordinario di Pietro Leveratto, non avrei saputo mettere una parola dietro l'altra. E invece, verso dopo verso, è venuta fuori una canzone: scritta, limata e riscritta cento volte, intramata di omaggi segreti, di allusioni. Occhi neri come il vino, si chiama. Ed è la sigla di Agrodolce.

Agro e dolce vento che
Ci separa ci avvicina
E resto qui a vegliare il mare
In quest’onda che risale
Sulle mie rive tu ritornerai…

Siamo isole lontane,
arcipelago nel mare.
E nel mare, c’inseguiamo noi.

Se trovassi le parole per cantare,
questa gioia che s’avvera...
Senza vele né bandiera
Potrei ancora navigare.
Trovassi le parole, come nuvole,
su questo mare
farei piovere le lacrime
che oramai non so più piangere.

Agrodolce amore che,
canta forte sopravvento.
Uva che matura al sole,
miele arancio dentro il cuore.
E gli occhi tuoi li vedo amore ormai…

Occhi neri come il vino,
come l’alba trova il mare.
Nel soffio del maestrale tornerai…