Forse, la questione dei fans club mafiosi su Facebook (e dei giochi di ruolo dedicati alla mafia) non è archiviabile come un incidente di percorso.
Forse un social network del genere non può funzionare con regole assolutamente svincolate dalle leggi: inneggiare ad un boss è un reato.
E lo sarebbe anche inneggiare ad Al Qaeda.
Così come sarebbe un reato, ancora più grave, veicolare dei messaggi diretti al compimento di uno o più atti di violenza.
La domanda è: si può assistere inerti a tutto questo? Si può prevenire il peggio? E come?
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1 commento:
La gravità bigotta di questo perverso gioco sta nel fatto che Facebook ha eliminato le foto di donne nude che allattano dalle pagine del sito.
E' solo l'immagine che conta oggigiorno, non il contenuto. L'immagine di un seno nudo può plagiare la mente dei nostri figli, amici, familiari, portarle a sfere vicine a quelle della perversione, daltrocanto le immagini di boss mafiosi idolatrati alla stregua di divinità d'altri tempi, sono invece tollerate come pagine di storia e società contemporanea.
Immagine e vuoto. Vuoto pneumatico.
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