sabato 3 gennaio 2009

LA CRISI E NAPOLITANO

La crisi - secondo il nostro modo corrente di pensare - si ha quando il Pil diminuisce e s'innesca quel meccanismo che si chiama decrescita.
E' una categoria complessa, la decrescita. Un mondo intero.
Serge Latouche, docente di Scienze Economiche a Parigi, sostiene che l'uomo consuma più di quel che il pianeta è in grado di produrre. E che, presto, se il Pil torna ad aumentare, svuoteremo le sue viscere.
E' l'economia "estrattiva". Alla quale s'affianca l'economia "effusiva": che non è quella dei baci e delle carezze, bensì quella delle effusioni nell'atmosfera: Co2 e altre sostanze nocive.
Nel suo discorso di fine anno, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto che la crisi può essere un'occasione.
Sembra solo retorica. Ma non lo è.
C'è dell'altro.
Accanto all'economia della crescita perpetua, c'è l'economia delle speculazioni. I capitali delle industrie che producono merci e servizi sono gestiti da professionisti della vendita di azioni. Questo vuol dire che quei professionisti mantengono in vita le imprese solo finché le azioni che nominalmente si riferiscono a loro hanno un tasso di redditività sufficientemente alto: sennò, le mollano e passano ad un'altra impresa. Così, accade che un'impresa in ottime condizioni, muoia improvvisamente, senza spiegazioni.
Di speculazione in speculazione, è naturale che si finisca per immettere sul mercato azioni e obbligazioni sganciate da qualsiasi produzione reale. Siamo alla cosiddetta Bolla: basta solo aspettare il botto.
Il Presidente Napolitano ha pronunciato un'altra parola chiave: sobrietà. E qui si ha la certezza che la sua non è retorica.
La sobrietà è un concetto chiave della modernità. Come la decrescita. Della quale in fondo è un sinonimo.
La crisi, allora, è un'occasione se cambia il nostro modo di pensare, e si comincia a lavorare ad una produzione buona: che non ecceda le necessità reali, che non depredi le risorse naturali, che lasci di che vivere alle prossime generazioni.
La crisi, insomma, è un'occasione se diventiamo un po' meno consumisti, e se impariamo a fidarci meno di quei truffatori che in Borsa promettono guadagni eccezionali e rapidissimi. Cose simili ha ripetuto oggi in un'intervista Giorgio Ruffolo, che è un intellettuale, ma anche un parlamentare del Pd.
Il pensiero ecologista, però, supera ogni vecchia divisione fra destra e sinistra, e dice anche delle cose sgradevoli.
Non potrebbe essere altrimenti.
Il medico pietoso, si sa, fa la piaga puzzolente. E ammazza il paziente.

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