Ti chiedo scusa, Beppino,
per i giudici della tua disperazione.
Osservavi la morte nel viso di tua figlia,
mentre loro, la coscienza in pace,
seminavano altrove le sentenze.
Pensavano che che quel tempo
vien solo per alcuni, e più mite per chi
usa molte lacrime per lavar le colpe.
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