martedì 31 marzo 2009

CLANDESTINI

Tre giorni fa,
nel Canale di Sicilia,
sono morti dei clandestini.

Cento, duecento...
Erano trecento, nel ’96.
Era Natale, a Portopalo.

Uomini senza passato:
salutano la famiglia,
con un biglietto per Lampedusa.

Se sopravvivono al deserto,
e ai campi di concentramento, in Libia,
affrontano il mare, di notte.

Tengono gli occhi bassi,
quando uno muore,
e cade nel buio.

I clandestini partono da città affamate,
villaggi sconvolti dalla guerra:
danno nomi falsi, all’arrivo.

Il peso della vergogna ti sfinisce,
se hai tenuto per te il dolore.
Capita anche a noi, di tanto in tanto.

1 commento:

giovanni manneracchio ha detto...

solo noi meridionali popolo di emigranti possiamo comprendere queste persone