Tre giorni fa,
nel Canale di Sicilia,
sono morti dei clandestini.
Cento, duecento...
Erano trecento, nel ’96.
Era Natale, a Portopalo.
Uomini senza passato:
salutano la famiglia,
con un biglietto per Lampedusa.
Se sopravvivono al deserto,
e ai campi di concentramento, in Libia,
affrontano il mare, di notte.
Tengono gli occhi bassi,
quando uno muore,
e cade nel buio.
I clandestini partono da città affamate,
villaggi sconvolti dalla guerra:
danno nomi falsi, all’arrivo.
Il peso della vergogna ti sfinisce,
se hai tenuto per te il dolore.
Capita anche a noi, di tanto in tanto.
martedì 31 marzo 2009
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1 commento:
solo noi meridionali popolo di emigranti possiamo comprendere queste persone
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