martedì 15 gennaio 2008
VIVA L'IMPERATORE
Nessuno poteva prevedere che a raccogliere l'eredità della Principessa Diana fosse un piccolo ungherese asceso al trono presidenziale francese (duecento anni dopo il "piccolo còrso"). E che le sue umanissime licenze tornassero a scatenare la famelicità dei giornali, facendo riesplodere quel noto conflitto tra il coito e il senso di colpa che sta alla base di numerosi editoriali moraleggianti sull'argomento. Io, che ero dalla parte di Diana allora, sto oggi dalla parte di Nicolàs.
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2 commenti:
Se penso che il tempo impiegato dai francesi (a prescindere dal cognome) per divorziare equivale al tempo necessario in italia perchè l'avvocato ti fissi il primo appuntamento, mi viene il prurito alle mani.
Se immagino le migliaia di euro che costerà in italia una separazione consensuale, mentre in francia si limitano a firmare un foglio davanti il notaio, mi viene l'orticaria.
Se poi penso che sul tema dei diritti civili l'italia ristagna in una condizione di pietosa arretratezza, allora mi viene voglia solo di piangere.
Quando vogliamo intendere qualcosa di proibito, diciamo "alla francese". Quando loro vogliono intendere qualcosa di malfatto, di raffazzonato, dicono "a l'italien".
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