
Però.
La Sicilia ha un bilancio regionale ingessato, che per gran parte è destinato alle spese correnti. Ha una Pubblica Amministrazione inefficiente e surdimensionata. Dei servizi pubblici invecchiati e inadeguati al presente: figuriamoci al futuro.
Ora, qualcuno dirà: prima i programmi. No, non genericamente di programmi, occorre occuparsi. Ma di poche cose essenziali.
Serve uno sguardo lucido. Un principio. Una leadership intellettuale.
Partiamo dal fatto che il meglio della politica e delle competenze intellettuali e professionali siciliane - che insieme potrebbero dedicarsi a smontare il Bilancio, a liberare risorse per investimenti, a snellire l'amministrazione, a svecchiare i servizi - si trovano variamente dislocate nei due schieramenti politici e culturali.
Perché non immaginare, allora, sul modello francese, una sorta di "Commissione Attali" per la Sicilia? Senza pregiudizi. Senza etichette.
A Gettone Zero, ovviamente: che lavori per la Comunità, e non per le proprie tasche.
Lavorare per il bene comune, per inciso, è antimafia.
Perché non pensare - anche per Palermo, visto che si sta già trasversalmente ipotizzando per Roma - ad una fase costituente?
Volendo far dell'ironia, si potrebbe dire ricostituente.
Una legislatura che consenta le riforme.
Un passaggio dal vecchio al nuovo.
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