Ai primi di luglio del 2004, una nave raccolse dei profughi, in mare, ed il suo nome era Cap Anamur.
Trentasette uomini: dicevano di esser sudanesi, originari di un paese che pratica la discriminazione religiosa e la violenza etnica.
Con una troupe della Rai, riuscii a salire a bordo della nave, quand'era ancora al largo delle coste italiane, a poche miglia di distanza da Porto Empedocle.
Nella stiva, attrezzata con letti e toilette da campo, la speranza di giovani vite sfuggite ad un destino di oppressione.
La Cap Anamur aveva cominciato a raccoglier profughi nei mari di tutto il mondo nel '79: i boat people che fuggivano dal Vietnam, su piccole e fragili imbarcazioni, come ancora oggi accade nel Canale di Sicilia.
Decine di migliaia le persone salvate, dai volontari, con i contributi di gente comune: in Africa, in Asia, in Europa, durante la guerra dei Balcani.
Cinque anni fa, dinanzi a Porto Empedocle, il comandante della nave, Stefan Schmidt, insieme al Direttore dell'associazione, Elias Bierdel, chiese di poter attraccare, e ci fu una lunga trattativa con il governo italiano, culminata nella richiesta di soccorso umanitario: richiesta inderogabile, per il diritto di navigazione.
E dunque, l'attracco, seguito in diretta dalle telecamere di mezzo mondo.
Poi, il rimpatrio dei fuggiaschi, e l'azione giudiziaria, contro i responsabili dell'organizzazione, accusati d'aver inscenato un evento mediatico per trarne un documentario: con la richiesta di 4 anni di carcere per Schmidt e Bierdel, 400 mila euro di multa e il sequestro della nave.
Trentasette uomini: dicevano di esser sudanesi, originari di un paese che pratica la discriminazione religiosa e la violenza etnica.
Con una troupe della Rai, riuscii a salire a bordo della nave, quand'era ancora al largo delle coste italiane, a poche miglia di distanza da Porto Empedocle.
Nella stiva, attrezzata con letti e toilette da campo, la speranza di giovani vite sfuggite ad un destino di oppressione.
La Cap Anamur aveva cominciato a raccoglier profughi nei mari di tutto il mondo nel '79: i boat people che fuggivano dal Vietnam, su piccole e fragili imbarcazioni, come ancora oggi accade nel Canale di Sicilia.
Decine di migliaia le persone salvate, dai volontari, con i contributi di gente comune: in Africa, in Asia, in Europa, durante la guerra dei Balcani.
Cinque anni fa, dinanzi a Porto Empedocle, il comandante della nave, Stefan Schmidt, insieme al Direttore dell'associazione, Elias Bierdel, chiese di poter attraccare, e ci fu una lunga trattativa con il governo italiano, culminata nella richiesta di soccorso umanitario: richiesta inderogabile, per il diritto di navigazione.
E dunque, l'attracco, seguito in diretta dalle telecamere di mezzo mondo.
Poi, il rimpatrio dei fuggiaschi, e l'azione giudiziaria, contro i responsabili dell'organizzazione, accusati d'aver inscenato un evento mediatico per trarne un documentario: con la richiesta di 4 anni di carcere per Schmidt e Bierdel, 400 mila euro di multa e il sequestro della nave.
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