sabato 3 novembre 2007

LA SCOMPARSA DI ASCIOLLA



E' morto, ad 85 anni, Enzo Asciolla. Fu un giornalista, uno tra i più talentuosi cronisti di nera e giudiziaria de La Sicilia di Catania.
Nel 1961, riuscì a mettersi sulle tracce di Paolo Gallo, e a ritrovarlo in vita.
La sua inchiesta passò alla storia come il Caso del Morto Vivo. E negli Usa, avrebbe certamente meritato il Pulitzer.
Questa è la storia.
Nel 1954, per il presunto omicidio di Paolo Gallo, era stato condannato il fratello di quest'ultimo, Salvatore Gallo. Mancava un cadavere, però: quello della vittima. Il pubblico ministero aveva richiesto l'ergastolo sulla base di un'indagine che si potrebbe eufemisticamente definire approssimativa, che aveva messo insieme pochi elementi indiziari: le accuse rivolte dalla moglie di Paolo Gallo all'indirizzo del cognato (indicato come violento) e una pozza di sangue rinvenuta dinanzi all'ovile del casolare in cui, assai poco pacificamente, convivevano le due famiglie.
Enzo Asciolla condusse la sua inchiesta insieme all'avvocato Salvatore Lazzara, succeduto a Piero Fillioley nella difesa di Salvatore Gallo, e dinanzi alla manifesta ostilità degli investigatori, e dei magistrati.
Poté contare sul sostegno del giornale e dei lettori, su quei due contadini che s'erano fatti incarcerare pur di far mettere a verbale che loro, Paolo Gallo, l'avevano visto vivo, e sulla confessione della moglie di Paolo Gallo: Mio marito è vivo, e si nasconde ad Ispica. Non torna perché ha paura del fratello (della confessione, Asciolla parlò ad Antonella Ferrera, della Rai, soltanto nel 2003).
La soffiata della moglie giunse tardivamente, sette anni dopo la condanna all'ergastolo di Salvatore Gallo. E Asciolla, che non s'era mai rassegnato alla sconfitta, vinse finalmente la sua battaglia. Ma dovette intervenire il Parlamento, a modificare il Codice di Procedura Penale: secondo i giudici, infatti, nonostante Paolo Gallo fosse indiscutibilmente vivo, non si poteva scarcerare il suo (ex) assassino: mancava la giusta fattispecie dell'articolo sulla revisione dei processi (tesi poi contestata dagli studiosi di Procedura Penale).
Fu il penultimo atto della tragedia del Morto Vivo. Pochi anni dopo, Salvatore Gallo morì per i postumi d'una malattia contratta in carcere.
Salvatore Lazzara è morto nell'estate del 2006. Ora, con Enzo Asciolla, scompare un altro testimone di una vicenda che riuscì ad indignare l'Italia, e che ho reinventato nei miei Diavoli di Melùsa.

Nelle foto, Salvatore Gallo (in divisa da carcerato), e Paolo Gallo, il Morto Vivo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Enzo non ti scorderò mai...sei un grande uomo, una persona splendida.