Sono tempi duri, e ciascuno vive a modo suo la paura del futuro.
Al mattino, vedo di frequente un tizio che in tv che dà del manganellatore agli altri ospiti di una nota trasmissione, e si vede che vorrebbe mangiarseli, gli interlocutori che non la pensano come lui. Non in senso figurato, io sospetto.
L'uomo, emotivamente scosso, sostiene che viviamo in un Regime. Lo dice con il volto teso allo spasimo, i muscoli tremanti, costretti - da uno sforzo disumano - ad una simulazione di calma, di ragionamento.
Mi chiedo se dietro quella sua ossessione - per "Il Regime", in apparenza - non si nasconda una tentazione di tornare al Cannibalismo, ad un mondo in cui il dialogo sia sostituito da un gran pasto rituale.
Quel pasto tragico che sconvolse l'Italia negli anni Settanta e che chiamammo Terrorismo.
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