domenica 9 settembre 2007

DOPO I PROFETI, L'UOMO FORTE


Si è celebrato il V-Day, ieri.
La giornata di protesta indetta da Beppe Grillo ed altri, in tutta Italia, contro corruzioni e corruttori d'Italia.
V-Day, come il D-Day, che stava a significare l'invasione della Normandia: D come The, The Day: il Giorno. E la V, come tutti sanno, è l'iniziale del più celebre degli insulti.
Ho ascoltato, su Radio Radicale, una parte del discorso pronunciato da Grillo.
E ne ho provato una gran pena. In quella voce arrochita, fluivano giudizi durissimi sulla nostra classe dirigente. Tanti gli esempi: gli scandali in cui la Telecom ed altre grandi imprese italiane sono state coinvolte, i condannati in via definitiva eletti in Parlamento, l'espropriazione di diritti fondamentali del cittadino, la devastazione ambientale.
E tuttavia, ad ogni reiterazione dell'insulto, sempre quello, gli applausi e le urla di condivisione, crescevano e si facevano, alle mie orecchie, violentissimi.
Mi pareva che quegli applausi potessero preludere, per assonanza, ad un'irrefrenabile scoppio d'ira collettivo.
Qualche ora dopo, ho sentito una gentile signora che, citando gli sprechi descritti ne La Casta, il libro denuncia di due eccellenti giornalisti, Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, sosteneva d'esser pronta ad arruolarsi nell'esercito degli indignati.
Dovremmo sapere che l'invenzione della Democrazia ha prodotto, per bilanciamento, il rischio della Tirannia. E in questo Paese, gli eserciti, le milizie di scontenti, di critici della Democrazia corrotta (del corrotto Regime liberale, si diceva un tempo), hanno determinato corruzioni ancora più profonde, e sofferenze enormi.
Il Ministro Amato, a proposito del tema della sicurezza, ha invitato tutti quanti a riflettere sul possibile avvento dell'Uomo Forte. Le risposte al suo lucidissimo allarme sono indicibili.
Mi pare che siano almeno due i pericoli.
L'aumento della distanza già elevatissima tra la classe dirigente e i cittadini: per il non sapere ascoltare, e per il continuare irresponsabilmente a negare il malessere, con atti ed omissioni contrari perfino al semplice buon senso.
E infine, dopo le analisi e le urla di tanti Profeti, l'arrivo di un Messia capace di indicare agli scontenti una via breve, per la soluzione di tutti i problemi.

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