venerdì 26 ottobre 2007
ALCAMO, I LIBRI E LE ETICHETTE
Ho partecipato qualche giorno fa al Festival di Letteratura Cieli Letterari di Alcamo, promosso dalla Pro Loco e culminato, domenica 21 ottobre, nel Primo premio letterario intitolato a Ciullo d'Alcamo (Cielo, si diceva nelle nostre scuole).
Il programma mi ha regalato una conversazione con Santo Piazzese, amato autore palermitano ed eccellente osservatore della nostra città.
Un anno fa, l'ideatore e organizzatore della Rassegna, Vito Lanzarone, che di mestiere fa il libraio, aveva promosso degli incontri letterari nelle scuole di Alcamo. E mi aveva della sua idea di far fare, a quella rete di relazioni messa su con fatica ed entusiasmo, per la sua città, un salto di qualità.
Mi pare che ci sia riuscito.
Lanzarone ha coinvolto tanti autori, più o meno famosi, e in tanti hanno assistito alle manifestazioni, lettori alcamesi e delle città vicine; da Palermo c'è chi ha deciso di far qualche chilometro in più del solito, la sera, per assistere agli incontri.
Ai corsi di scrittura, poi, si sono iscritti in 180.
Domenica, a conclusione della manifestazione, la proiezione del bel documentario di Floriano Franzetti (A proposito di Palermo: gli scrittori del mistero) e dell'intervista, in video, ad Andrea Camilleri, e ancora, la premiazione della casa editrice Sellerio (con la consegna del premio nelle mani di Antonio Sellerio).
Tra i tanti scrittori, vorrei ricordarne uno soltanto (oltre al Maestro empedoclino): Nino Vetri, che ha da poco pubblicato, proprio con Sellerio, il suo primo libro: Le ultime ore dei miei occhiali. Non è un romanzo, e non è un noir. E' fuori da queste ed altre categorie. Ed è molto bello, soprattutto.
Per Alcamo, è una chance in più, quest'attivismo culturale, che aveva già un punto di forza in Giuseppe Cutino, regista teatrale e direttore di Artisti per Alcamo. E' la conferma che in provincia, talvolta, si può far meglio che nelle città più grandi.
Potrei finire qua, se non dovessi dar conto di una notazione - in tempi di magra per il parastato, un'istituzione che sa d'archeologia come la Pro Loco suscita un Amarcord dell'Italietta alla Fabrizi e Billi & Riva - e di un piccolo appello: perché non la finiamo con l'etichetta dei noiristi palermitani? Sarà pure elegante, il nero, ma non puoi indossarlo ogni giorno, in ogni stagione. Franzetti ha usato la dizione scrittori del mistero. Mi pare azzeccata.
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