lunedì 18 giugno 2007

GODIAMOCI IL PASSATO


Trascorrerò qualche giorno, come ogni anno, nel lontano Oriente siciliano.
Le infinite coltivazioni, tra i confini tracciati a secco come la Grande Muraglia. I carrubbi e gli ulivi centenari. Le masserie. Le greggi al pascolo.
Andrò in automobile. Un po' di autostrada e poi su e giù per i declivi del nisseno, fra Butera, Riesi, Mazzarino: con tappa intermedia a Gela, dentro le invisibili nubi del Petrolchimico, e poi, lungo la costa, tra le plastiche esauste delle serre e le costruzioni incompiute.
Tre ore, all'incirca.
In treno, servirebbero fino a nove ore e un quarto. L'aeroporto di Comiso potrebbe servir da scalo ad un Charter da Palermo.
E' una delle due parti della Sicilia che preferisco, il Val di Noto, insieme alle Madonie: luoghi di arretratezza operosa.
Temo che prima o poi, anche per loro, s'accenderà l'interesse del turismo di massa: che le riserve naturali saranno prese d'assalto, che le piazze di Modica e di Scicli, di Petralia e di Gangi, saranno colorate di neon e assordate da comitive ciacolanti, clacson e motorini.
Il turismo è il futuro, dicono.
Dovremmo goderci tutto il passato che ci resta da vivere.

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