lunedì 28 maggio 2007

LA LETTERA DI SOFRI SUL TERRORISMO


Tra sei mesi, avranno inizio le celebrazioni solenni del quarantesimo anniversario del '68. Del decennio che gli successe, si parlerà più o meno bene, più o meno male.
Si parlerà, o si proverà a farlo, anche del tentativo armato di trasformazione dello Stato e della Società. Ci sarà pure chi insorgerà contro l'insozzamento del '68 con il terrorismo.
Eppure, la morte di tanta gente ha precipitato il nostro Paese nella barbarie.
Il ricordo civile delle vittime è solo una recente acquisizione, e i libri dei loro famigliari si vendono meno dei libri dei loro assassini.
Tra tutti gli interventi sul passaggio dalla protesta alla violenza, letti negli ultimi mesi, quello apparso sabato scorso sul Foglio, a firma di Adriano Sofri, è il più duro, e credo il più sincero. Andrebbe letto. E' diretto ad un giovane. Un giovane aspirante assassino.

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